L’idea viene nell’inverno 1986 a due olandesi: Frans van der Hoff, un prete operaio che ora vive in Messico, e Nico Rozen, un economista di Amsterdam. Sono loro a “inventare” il commercio equo e solidale, cioè quel modello economico che garantisce un accesso al mercato diretto e sostenibile ai piccoli produttori del Sud del mondo, aiutandoli a uscire dallo sfruttamento e a ottenere redditi dignitosi
Oggi “la spesa giusta” fattura 660 milioni di euro l’anno nella sola Unione Europea. In Italia sono 500 le botteghe e 4mila i supermercati che vendono prodotti equo e solidali.
A Modena il fair trade arriva alla fine degli anni Ottanta grazie all’organizzazione non governativa (ong) Overseas di Spilamberto e all’associazione Mondequo di Modena, che nel novembre 1991 costituiscono la cooperativa sociale Oltremare.
Undici anni dopo (nel 2002) nasce la cooperativa Vagamondi di Formigine, seguita nel 2003 dalla cooperativa Bottega del Sole di Carpi e nel 2005 dalla cooperativa Ghanacoop di Modena.
Oggi le quattro imprese equo-solidali della nostra provincia, tutte aderenti a Confcooperative Modena, hanno complessivamente oltre 600 soci, una quindicina di addetti e fatturano 1,2 milioni di euro.
Negozi, o più semplicemente, botteghe equo-solidali sono presenti a Modena, Carpi, Mirandola, Formigine, Sassuolo e Vignola. Sono inoltre attivi una dozzina di gruppi territoriali che vendono i prodotti allestendo bancarelle in occasione di manifestazioni, feste, sagre ecc.
Oltre alla commercializzazione, i soci volontari dedicano tempo, risorse ed energie alle attività culturali attraverso le quali spiegano le finalità del commercio equo-solidale e della finanza etica, tengono lezioni nelle scuole, favoriscono l’incontro tra produttori e consumatori.