Il consigliere regionale della Lega Nord Roberto Corradi ha presentato una risoluzione che, se approvata, impegnerà la Giunta regionale ad “evidenziare al Governo la necessità di ridurre la dimensione complessiva della manovra finanziaria”, considerando che nei primi nove mesi 2006 le entrate tributarie “sono aumentate di 26 miliardi di euro rispetto al gettito preventivato”.


La Giunta dovrà anche sollecitare il Governo a “rimuovere” dalla legge finanziaria “il complesso di misure ‘punitive’ nei confronti delle piccole imprese” e “le nuove normative per le imprese artigianali e commerciali, per esempio la chiusura dell’attività in seguito alla semplice contestazione (anche se non accertata e confermata in sede di giudizio di opposizione) di mancata emissione di uno o tre scontrini fiscali in cinque anni e l’aggravio contributivo per chi assume apprendisti”.

A parere di Corradi, infine, si dovrebbe sollecitare il Governo “a concentrare l’azione finalizzata al recupero dell’evasione nei confronti del lavoro nero svolto da chi, pur già occupato (spesso nella pubblica amministrazione), svolge un secondo o un terzo lavoro, e nei confronti delle imprese di capitali che per più anni dichiarano un utile pari a zero o assolutamente esiguo”.

Corradi a questo proposito ricorda che un recente studio della CGIA di Mestre avrebbe evidenziato che negli ultimi dieci anni (1995-2005) le imposte locali sarebbero aumentate del 108%, mentre l’incremento delle entrate dello Stato sarebbe stato pari, nello stesso periodo, al 2,2%.

La legge Finanziaria poi, con le ultime modifiche introdotte, comporterebbe un “notevole aggravio delle imposte locali e statali”, inoltre sarebbe contraddistinta da una impostazione tesa “inequivocabilmente” a “punire fiscalmente gli imprenditori ed i professionisti considerati pregiudizialmente responsabili dell’evasione fiscale”.

Lo studio della CGIA, aggiunge Corradi, evidenzierebbe inoltre che “l’imponibile presuntivamente evaso in Italia ammonterebbe a circa 311 miliardi di euro, di cui circa 125-130 miliardi sarebbero rappresentati dall’evasione di imposte dirette, indirette e contributive” e “classificherebbe l’evasione in quattro aree: l’economia sommersa, l’economia criminale, l’evasione/elusione delle grandi imprese, l’evasione/elusione delle piccole imprese e dei lavoratori autonomi”.

L’economia sommersa – spiega il consigliere – sarebbe la responsabile della maggiore sottrazione di risorse all’erario (200 miliardi annui circa), l’economia criminale realizzerebbe un giro d’affari di circa 100 miliardi di euro, per quanto riguarda le grandi imprese “su un totale di 770.000 società di capitali, il 50% non verserebbe un solo euro al fisco ed il Ministero dell’Economia stimerebbe un’evasione/elusione di circa 7 milioni di euro”, la quarta area infine, piccole imprese e lavoratori autonomi, “sottrarrebbe all’erario un gettito fiscale di circa 4 milioni di euro”.