”Bologna sarà inclusa fra le nove città metropolitane ed entro un anno contiamo di definire il decreto delega per il nuovo codice delle autonomie che stabilirà procedure e funzioni”. Lo ha annunciato il sottosegretario all’Interno, Alessandro Pajno, intervenuto oggi a Bologna in un incontro a Palazzo D’Accursio sulle riforme delle autonomie locali.

Le città coinvolte nel processo, oltre a Bologna, sono Milano, Torino, Genova, Venezia, Firenze, Roma (che avrà una giruisdizione speciale), Napoli e Bari.
Per quanto riguarda il bolognese, ha specificato l’ex assessore regionale all’Innovazione Luciano Vandelli ”la città metropolitana includerà Bologna e i comuni della prima cintura, all’interno di un’unione”.
Il circondario imolese e le comunità montane, ha aggiunto Vandelli, ”resteranno nell’area metropolitana, ma fuori dall’unione e verranno
valorizzati nelle loro funzioni”. In particolare ”l’obiettivo è semplificare e non moltiplicare le istituzioni, ma anche ridurre gli atti e i costi attraverso economie di scala”.
Le prime aree di intervento oggetto di gestione metropolitana, saranno, le politiche per i piani strutturali, per il traffico, lo smog e l’ambiente, la casa e l’immigrazione.
”Giudico questa decisione del Governo molto positivamente e con molta soddisfazione perchè raccoglie le istanze delle amministrazioni locali” ha
commentato il senatore diessino Walter Vitali, tra i maggiori fautori della città metropolitana. Spetterà poi agli enti locali siglare degli accordi per definire le politiche comuni, mentre alcune funzioni della Provincia verranno ricevute della nuova istituzione.

“Accolgo con soddisfazione la conferma che Bologna rimane nell’elenco delle città metropolitane. Attendiamo ora il decreto delegato che definirà tempi e modalità del percorso per l’istituzione – ha dichiarato il presidente della Provincia Beatrice Draghetti -. Mi sembra comunque molto positivo l’approccio indicato dal sottosegretario Pajno con il quale il Governo vuole arrivare alla definizione di questo nuovo soggetto istituzionale; non attraverso l’imposizione dall’alto di un unico modello valido per tutte le nove realtà, bensì, come abbiamo sempre richiesto ed auspicato, a partire anche dalle varie esperienze che si sono sviluppate in questi anni nei diversi territori.
Questa notizia conferma quanto sia stato opportuno avere già avviato nelle nostre assemblee elettive la discussione sulla città metropolitana e di aver istituito il tavolo di lavoro interistituzionale (Regione, Provincia e Comune di Bologna) per approfondirne le condizioni giuridico amministrative, come prima azione progettuale dell’Accordo per la Città Metropolitana di Bologna sottoscritto il 1° agosto 2006″.