Queste le novità sostanziali previste nell’ordinanza comunale sugli orari di apertura e chiusura dei locali pubblici a Bologna e sulla somministrazione di alcolici da parte dei circoli privati, firmata ieri dal sindaco Sergio Cofferati e in vigore dall’8 gennaio.
In dettaglio l’ordinanza prevede il divieto di vendita d’asporto di alcolici e bibite in vetro o lattina dalle 22 alle 6 del giorno successivo (sono esclusi i servizi a domicilio) e la possibilità per i gestori dei locali notturni di scegliere se osservare l’orario di chiusura all’una o alle tre.
Nel secondo caso, i gestori potranno, dal prossimo 4 dicembre, presentare al Quartiere una domanda per l’orario lungo. Questa opzione, però, potrà essere concessa solo previa la firma di un accordo con il Comune che impegna gli esercenti a informare i clienti sull’abuso dell’alcool, a non impiegare lavoratori in nero e a garantire che la clientela non impedisca il passaggio di veicoli e pedoni sul suolo pubblico prospiciente il locale.
Chiarito invece il riferimento ai circoli privati ai quali il Comune impone solo lo stop alcolici dopo le 3 (dietro firma di apposito accordo), e non la chiusura. Cancellato, inoltre, sia per i circoli privati sia per gli esercizi aperti fino alle 3 l’obbligo di non servire più alcolici mezzora prima della chiusura uniformando lo stop per entrambi alle 3.
Restano identiche le sanzioni pecuniarie, previste in caso di violazioni dell’ordinanza e variabili da un minimo di 154 euro a un massimo di 1.032, e quelle amministrative che consistono nella sospensione o revoca della licenza a seconda del numero di violazioni commesse.
Un provvedimento che, come si legge nel testo dell’ordinanza firmata dal sindaco Sergio Cofferati, si rende necessario per arginare i ”comportamenti riprovevoli degli avventori che rappresentano gravi condizionamenti per la qualità della vita di cui i cittadini devono poter godere” e che ”determinano un’evidente lesione dei fondamentali diritti alla salute, alla quiete pubblica, al riposo notturno, nonchè alla sicurezza e all’incolumità personale”.

