Saranno circa 7 milioni, per un valore stimato di quasi 130 milioni di euro gli abeti che nel Natale 2006 verranno addobbati nelle case delle famiglie italiane per raccogliere sotto le fronde i doni di Natale.

E’ quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che si prevede una sostanziale stabilità nel numero di abeti veri acquistati dagli italiani anche per
effetto di un contenimento dei prezzi che secondo Federconsumatori sono aumentati di circa il 3 per cento rispetto alla forbice di aumento compresa
tra il 5,4 e il 15,5 per cento registrata per quelli sintetici.

La maggioranza degli acquisti – sottolinea la Coldiretti – avviene nella settimana che precede l’otto dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione e scadenza tradizionale per l’addobbo dell’abete che quest’anno viene venduto a prezzi variabili tra meno di dieci euro fino agli oltre 200 a seconda
delle dimensioni, della varietà e del vaso in cui è riposto. L’albero vero vince su quello di plastica oltre che nel rispetto delle tradizioni anche
nella salvaguardia del territorio poiché gli abeti utilizzati come ornamento natalizio – informa la Coldiretti – sono in maggioranza italiani e derivano
per circa il 90 per cento da coltivazioni vivaistiche specializzate che occupano stagionalmente oltre 1.000 aziende agricole per oltre 10.000
addetti ed il restante 10 per cento (cimali o punte di abete) dalla normale pratica forestale che prevede interventi colturali di ‘sfolli’ e/o diradamenti indispensabili per lo sviluppo e la sopravvivenza del bosco.

In
Italia – continua la Coldiretti – la coltivazione dell’albero di Natale è concentrata prevalentemente in Toscana (province di Arezzo e Pistoia) e in Veneto. A questo riguardo si stimano in Toscana circa 800 ettari destinati a questa coltivazione che riveste una notevole importanza economica soprattutto per le zone montane e collinari di questa regione, dove rappresenta una forma interessante di integrazione dei redditi e di utilizzo di terreni ex agricoli e di pascoli altrimenti destinati all’abbandono e al conseguente degrado idrogeologico. Si tratta quindi – spiega la Coldiretti -di una coltivazione che, nel rispetto del delicato equilibrio dell’ambiente montano, può rappresentare una ideale forma di utilizzo di terreni marginali di media collina e montani, e può indurre alla costituzione di aziende specializzate di una certa estensione che optino per una riconversione produttiva globale verso questa coltura. Grazie agli alberi di Natale è possibile mantenere la coltivazione in molte aree di montagna, si tiene il terreno lavorato, morbido, e capace di assorbire la pioggia in profondità
prima di respingerla verso valle evitando i pericoli delle frane, mentre la pulizia dai rovi e dalle sterpaglie, diminuisce il pericolo d’incendi. Per
garantirsi acquisti nazionali rispettosi dell’ambiente ed evitare rischi fitosanitari è opportuno verificare – conclude la Coldiretti – la presenza
dell’etichetta con l’indicazione dell’azienda di provenienza che attesta l’iscrizione all’apposito registro.

I prezzi vanno da un minimo di 8/10 euro per un albero che arriva ai 2 metri di altezza ad un massimo di 200 euro per esemplari che possono arrivare ai 10 metri di altezza.