La gestione finanziaria del Gruppo FS stà evidenziando in tutta la sua gravità il bilancio 2006, definito dagli stessi vertici come fallimentare. Da questa debacle economica non si sono salvati nemmeno i treni-bandiera di Trenitalia, Intercity e Eurostar.

La gestione del trasporto ferroviario ha conosciuto nel 2006 il livello più basso da decenni, con gravissime conseguenze soprattutto per il trasporto locale per disservizi, carenze e soppressioni. A fronte di ciò, in questi giorni la “nuova” dirigenza del Gruppo FS ha indicato la cura per il malato: aumento dal prossimo gennaio delle tariffe di IC e ES nella misura media del 12%.

Federconsumatori conferma la propria contrarietà ad ogni ipotesi d’aumento delle tariffe che non preveda contestuali e sostanziali miglioramenti del servizio, con particolare riferimento ai treni del trasporto regionale. In merito all’affermazione di FS secondo cui queste tariffe sono ferme da anni, Federconsumatori denuncia l’introduzione di aumenti camuffati da prenotazioni rese obbligatorie o con le riclassificazioni di treni e servizi. Va poi considerato che i confronti con le tariffe di altri paesi europei, va fatto anche in rapporto alla qualità del servizio, aspetto che vede Trenitalia sicuramente inadempiente.

Dallo scorso dicembre 2005 la Regione Emilia Romagna ha concordato con Trenitalia il servizio cadenzato sulla MI-BO-AN con treni Intercity, che sono andati a sostituire gli esistenti collegamenti con treni Interregionali. Scelta contestata dai comitati dei pendolari e dalle associazioni dei consumatori e che ha comportato aumenti medi del 60% per i non abbonati. Si parla di oltre 10.000 utenti che ogni giorno gravitano sulla direttrice MI-AN. Per le informazioni oggi disponibili, tale accordo viene confermato da Regione e Trenitalia anche per il prossimo orario del 10 dicembre. Questa volta, la Regione ha preferito non rendere noto al CRUFER (comitato utenti ferroviari ER) la struttura definitiva dei nuovi orari, venendo meno ai più elementari obblighi assunti nei confronti di quel comitato che la Regione stessa ha istituito.

Di fronte alla concreta possibilità di ulteriori aumenti delle tariffe ferroviarie, non risultano interventi o commenti della Regione Emilia Romagna. Silenzio imbarazzato forse, rispetto ai danni che procurerà ai cittadini-utenti del servizio a seguito del proprio accordo e anche alla mancata diffusione dei dati della sperimentazione dell’ultimo anno. Valutazioni che la Regione doveva necessariamente compiere prima di confermare il servizio, ora che ne vengono modificate in negativo le condizioni economiche.

Federconsumatori ritiene necessario migliorare il rapporto di collaborazione tra la Regione Emilia Romagna, l’Assessorato alla Mobilità e l’Agenzia Trasporti Pubblici con i comitati dei pendolari e le associazioni di consumatori e utenti. Passaggio necessario soprattutto alle istituzioni nel momento in cui chiamano i cittadini a coprire, ancora una volta, buchi di bilancio peraltro non sufficientemente analizzati nelle vere cause.