L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia ha fotografato le dinamiche occupazionali del Distretto attraverso una ricerca presentata ieri a Sassuolo durante il convegno “Il futuro dell’occupazione nel distretto ceramico di Sassuolo”, che si è tenuto in occasione dell’inaugurazione ufficiale del nuovo centro per l’impiego di via XX Settembre.


Secondo le rilevazioni dell’Università, presentate dal Professor Tiziano Bursi, gli andamenti del Distretto ceramico tra il 2000 e il 2006 non sono confortanti e “pur non essendo in presenza di un vero e proprio tsunami ci dimostrano che il sistema si sta riorganizzando e sta cambiando pelle, in quello che è un processo strutturale che è destinato a proseguire”.
In questi 6 anni il comparto ha perso l’11,1% delle imprese, il 7,3% degli addetti, il 15% dei forni, il 28,6% degli investimenti, il 9,8% della produzione, l’unico dato positivo arriva dal fatturato cresciuto del 2,7%.
Secondo il Professor Bursi “nei prossimi anni assisteremo ad un ridimensionamento e ad una sostanziale riqualificazione dell’occupazione con la consapevolezza che si dovranno creare nuove figure professionali”.



La ricerca ha sondato anche la propensione delle aziende ad aprirsi ai mercati esteri tra il 2005 e il 2010 intervistando 50 aziende ceramiche un campione molto significativo visto che rappresentano il 75% del fatturato e dell’occupazione prodotto dal settore ceramico. Il 35,6% di queste aziende è radicata sul territorio e produce all’estero solo il 7%, una quota che aumenterà di poco in futuro, il 13,4% vorrebbe invece internazionalizzare ma non può farlo per l’impossibilità di sostenerne i costi, infine il 63% è già massicciamente presente all’estero e in futuro aumenterà la produzione fuori dai confini Italiani per essere vicini ai nuovi mercati.