Dal primo gennaio nasce a Bologna l’Azienda pubblica di servizi alla persona “Giovanni XXIII”. La sua costituzione è stata approvata con una delibera dalla Giunta regionale. Deriva dalla trasformazione delle Ipab “Istituto Giovanni XXIII”, “Opera mendicanti detta Orfanotrofio S.Leonardo” e “Istituto Antirabico”.

Soci della nuova Azienda pubblica sono il Comune con il 96% delle quote, la Provincia con il 2% e la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, già presente nel consiglio di amministrazione della Ipab “Istituto Antirabico”, con il 2%.



“Con questo provvedimento, la Regione dà vita alla più grande Azienda pubblica di servizi alla persona della provincia di Bologna. Un risultato ottenuto grazie al forte impegno che hanno profuso gli organi dirigenti delle Ipab coinvolte e gli Enti locali, in primo luogo il Comune di Bologna e la vice sindaco Scaramuzzino, che ha seguito ogni passo del progetto di trasformazione”, ha detto l’assessore alle politiche per la salute Giovanni Bissoni . “Oggi – ha continuato – possiamo contare dunque su uno strumento unitario che consentirà di raggiungere un miglior livello di efficienza e di qualità dei servizi”.



La trasformazione delle Ipab in Aziende pubbliche di servizi alla persona (ASP), prevista dalla legge quadro sui servizi sociali, la 2 del 2003, “rappresenta – ha detto l’assessore Bissoni – uno degli elementi fondamentali del processo di riforma del welfare regionale, che valorizza il welfare di comunità fondandosi sui principi dell’universalismo, dell’equità e della solidarietà, un processo iniziato con la legge 2 e la legge di riorganizzazione del Servizio sanitario regionale, la 29 del 2004”.



La “Giovanni XXIII”, come si legge nella delibera regionale, ha personalità giuridica di diritto pubblico, è dotata di autonomia statutaria, gestionale, patrimoniale, contabile e finanziaria nell’ambito delle norme e dei principi stabiliti dall’Assemblea legislativa regionale.



Le sue attività di erogazione dei servizi saranno conferite con appositi contratti di servizio sottoscritti con gli Enti soci e l’Azienda Usl di Bologna.

Opererà nell’area anziani e, tra i servizi, può contare su 588 posti letto residenziali e su 47 posti letto semiresidenziali.
Il piano di attività della nuova ASP prevede anche la realizzazione di un “nido” aziendale, aperto anche ai bimbi del territorio.
I rapporti di lavoro del personale dipendente ed i rapporti di collaborazione in corso con l’ex Ipab Giovanni XXIII – circa 400 – proseguono fino alla eventuale scadenza prevista e mantengono i diritti acquisiti al momento del subentro dell’ASP nella titolarità dei rapporti. Le ex Ipab “Opera mendicanti detta Orfanotrofio S.Leonardo” e “Istituto Antirabico” non hanno dipendenti.



Il processo di trasformazione delle Ipab, che ha già portato alla costituzione di due ASP, la “Giorgio Gasparini” di Vignola nei giorni scorsi e, con la delibera di oggi, la “Giovanni XXIII”, permetterà di riorganizzare, in tutto il territorio regionale, l’offerta pubblica di servizi che, con gli altri soggetti pubblici e privati, in particolare del terzo settore, costituirà la rete integrata dei servizi territoriali.



Si tratta di un processo fondato sulla autonomia e la responsabilità dei Comuni dell’ambito distrettuale all’interno di un sistema di regole, definite a livello regionale, necessarie per garantire omogeneità di accesso e di qualità dei servizi a tutti i cittadini dell’Emilia-Romagna. Un processo indispensabile anche per gestire al meglio il progetto regionale di sostegno alle persone non autosufficienti, che coinvolge a pieno titolo la ASP “Giovanni XXIII” e che, dal 2007, potrà contare sulle rilevanti risorse aggiuntive provenienti dal bilancio regionale.



Sono 226 le Ipab dell’Emilia-Romagna interessate al processo di trasformazione. Di queste, 121 si trasformeranno in ASP attraverso processi di riorganizzazione e fusione, le restanti hanno presentato domanda di depubblicizzazione o di estinzione.