In Metallo, in scena al Teatro delle Passioni oggi e domani alle 21, Michele Bandini e Emiliamo Percolari nuovamente si muovono tra le rovine della storia e le macerie dei miti dell’antica Grecia.

I testi sui quali si basano sono le tragedie classiche di Eschilo, Sofocle, Euripide punti di partenza preziosi da cui muove la loro personale riscrittura, fatta di un dialetto ruvido e materico. Il testo messo in scena è il risultato di una creazione in itinere, elaborato e provato sui corpi, riguardante l’idea di fare teatro e strettamente legato a una modalità di pratica precisa.
Terzo attore di questa storia, insieme a Eteocle e Polinice, fratelli maledetti e dalla violenza cieca, è la musica eseguita dal vivo, non come un semplice accompagnamento, ma come un respiro sintonizzato, capace di scandire e interagire, dialogare. I due fratelli intenzionati a strappare contro natura il legame di sangue che li unisce, tradiscono e cacciano il padre/fratello e si uccidono l’un l’altro per brama di potere, eternamente divisi tra amore fraterno e odio fratricida. Lo scontro che avviene tra i due porta alla morte di entrambi solo che Eteocle riceverà l’adeguata sepoltura, Polinice rimarrà insepolto, fuori dalle mura della città, vittima dei corvi. Un’indagine sull’odio e sulla rabbia che affondano radici nella storia dell’uomo e che quindi possono essere attualizzate attraverso una lettura dei fatti di cronaca a cui assistiamo quotidianamente.