Confagricoltura Emilia-Romagna ha partecipato all’incontro di Parma promosso da Coldiretti sul pomodoro da industria. «Abbiamo cercato di riportare la discussione sull’accordo del pomodoro e sulla riforma europea del settore, dopo settimane di aspri confronti, su toni decisamente più pacati e puntando sugli elementi di coesione e di unità del mondo agricolo», spiega Mario Girolami, presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna.


Vari sono stati, secondo Confagricoltura Emilia-Romagna, i punti di convergenza emersi dalla discussione. Le organizzazioni agricole e di prodotto presenti hanno sostanzialmente condiviso la visione del futuro del comparto: «un futuro che dovrà passare attraverso lo strumento del disaccoppiamento totale degli aiuti comunitari e una loro assegnazione ai produttori storici».
«In tal modo – sottolinea Girolami – la filiera si potrà ricostituire, su basi di efficienza agricola, associativa e industriale, per affrontare i mercati valorizzando i punti forti del made in Italy senza trascurare un necessario snellimento delle procedure e una più equa ripartizione del valore aggiunto. E’ stato infatti il settore agricolo che in questi anni ha pagato “il conto” della competitività dell’intera filiera, registrando, con fasi alterne, la riduzione dei prezzi e dei ricavi, che in diversi casi sono scesi al di sotto dei costi di produzione».

Confagricoltura Emilia-Romagna auspica che si imbocchi da subito la strada del disaccoppiamento totale. «Ci auguriamo che non si ceda alla tentazione di “accompagnare” troppo lentamente il settore al cambiamento, ritardando eccessivamente o peggio snaturando gli orientamenti che la Commissione europea ha indicato con chiarezza a fine gennaio – conclude Girolami-. Ora il nostro impegno deve essere concentrato sui numerosi problemi che caratterizzano la prossima campagna, a partire dalla carenza di risorse idriche che rischia di mettere serie ipoteche sulla produzione emiliana di pomodoro da industria, che al contrario avrà bisogno di efficienti risultati produttivi».