Un mese di mobilitazione dei pensionati dell’Emilia-Romagna per dare forza alle proposte di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil per recuperare il potere d’acquisto delle pensioni, garantire l’autosufficienza economica e la piena cittadinanza sociale degli anziani.


In vista della prossima apertura del tavolo di confronto con il Governo, i sindacati dei pensionati dell’Emilia-Romagna a marzo lanciano una campagna di incontri e assemblee nei territori per coinvolgere e consultare i loro iscritti, e non solo, sui temi del Welfare e della previdenza.

“Come previsto dalla legge (D.L. 503/92) chiediamo al Governo di istituire un tavolo di confronto permanente – dicono Maurizio Fabbri, segretario regionale della Spi-Cgil, Franco Andrini della Fnp-Cisl e Luigi Pieraccini dell’Uilp-Uil – in modo da delineare gli interventi necessari al recupero e il mantenimento del potere d’acquisto delle pensioni, tenuto conto dell’andamento dell’economia e dell’inflazione”.

Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, che in Emilia-Romagna hanno insieme circa 900 mila iscritti, sostengono che la rivalutazione delle pensioni debba e possa avvenire attraverso una pluralità di interventi. Fondamentale è però che questi interventi riguardino tutte le pensioni, dalle minime a quelle con più contributi di lavoro, anche se, come sottolineano i segretari regionali dei pensionati, “siamo disponibili a confrontarci su un processo modulare e graduale”.

“Riteniamo per esempio che si debbano sostenere le pensioni più vecchie – aggiungono Fabbri, Andrini e Pieraccini -, varando meccanismi appropriati e non escludendo forme di detrazione d’imposta. Sono le pensioni che più hanno perso potere d’acquisto negli ultimi anni e che riguardano i pensionati più anziani, cioè coloro che, spesso, devono sostenere maggiori spese sanitarie e assistenziali”.

Per il recupero e il mantenimento del potere d’acquisto, i pensionati dell’Emilia-Romagna propongono poi di istituire un sistema automatico di rivalutazione delle pensioni basato su un nuovo paniere Istat che sia realmente “tarato” sui consumi degli anziani.

Secondo i pensionati dell’Emilia-Romagna, un ulteriore intervento deve portare a una revisione delle pensioni di reversibilità per consentire l’autosufficienza economica a chi non ha altri redditi, così come è necessario porre finalmente rimedio alla situazione degli incapienti, cioè di chi ha un reddito talmente basso da non poter usufruire degli sgravi fiscali previsti dalla Finanziaria 2007 per tutti gli altri contribuenti.

“Per gli incapienti – concordano i tre segretari regionali dei pensionati – va concesso il recupero delle spese sanitarie e delle altre spese deducibili, rimborsando la parte di detrazioni non fruite attraverso imposte negative”.

I pensionati dell’Emilia-Romagna sono consapevoli che le proposte per recuperare e mantenere il potere d’acquisto delle pensioni “costano” e richiedono un processo di realizzazione, graduale e concordato. “Rifiutiamo però una politica dei due tempi – dicono Fabbri, Andrini e Pieraccini -, anche perchè le risorse necessarie possono essere reperite grazie al forte aumento delle entrate fiscali e dei contributi previdenziali, dai risparmi derivanti dalla possibile riorganizzazione degli enti previdenziali e dalla lotta all’evasione e all’elusione fiscale e contributiva”.

I pensionati di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil riconfermano la propria contrarietà all’utilizzo dei ticket come strumento di contenimento della spesa sanitaria, denunciandone l’iniquità e l’inefficacia e chiedendone l’abolizione progressiva. Inoltre chiedono al Governo di accelerare l’avvio del Fondo nazionale per la non autosufficienza, anche utilizzando la legge delega e salvaguardando comunque i principi contenuti nella proposta di legge di iniziativa popolare, promossa dai sindacati dei pensionati e sottoscritta da oltre mezzo milione di italiani.

A conclusione del mese di mobilitazione, venerdì 30 marzo i comitati direttivi regionali dei sindacati dei pensionati si riuniranno a Bologna alla presenza di esponenti delle segreterie nazionali per valutare, alla luce del confronto con gli iscritti di tutta l’Emilia-Romagna, una successiva fase di coinvolgimento e impegno dei pensionati.