Sono già oltre 150 gli accreditati (ma l’incontro è comunque aperto al pubblico) all’appuntamento modenese del Vicepremier Francesco Rutelli, che domani – venerdì 23 marzo – sarà ospite di Cna Modena e Symbola, la Fondazione per le qualità italiane.


Rutelli, di ritorno dal Giappone, sarà in città, all’Auditorium della Fondazione Marco Biagi (viale Storchi, 2), alle ore 17 per intervenire su ‘La forza dei territori per il futuro del Made in Italy: il ruolo dell’artigianato e delle piccole e medie imprese‘.
Questo il titolo del convegno al quale, assieme al vicepremier, interverranno Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, ma anche – e forse soprattutto, vista l’occasione – presidente di Symbola, Aldo Bonomi, direttore di Aaster, Alberto Piantoni, Amministratore Delegato del Gruppo Bialetti, Maurizio Torreggiani e Luigi Mai, rispettivamente Direttore Generale e Presidente della Cna modenese.

“Nel 2006 – rileva proprio Mai – le imprese con meno di 50 dipendenti modenesi per produzione e fatturato hanno superato la grande industria e hanno incrementato l’occupazione del 3,6% contribuendo, al di là dei numeri, all’integrazione sociale – l’11% dei loro dipendenti sono cittadini extracomunitari – e alla tenuta del territorio. Nel Sistema Italia, poi, le microimprese ammontano al 95% delle aziende complessivamente in attività. Bastano questi pochi numeri per rivendicare l’importanza di queste imprese ed il loro ruolo determinante nel Made in Italy. Imprese che sono complementari alla grande industria, non semplicemente rimorchi di quest’ultima. Imprese che meritano, dunque, l’attenzione della politica e una pubblica amministrazione che sia amica di chi vuole intraprendere”.
“Siamo, quindi, particolarmente contenti di aver coinvolto personalità della politica e dell’economia così importanti come quelle che domani parteciperanno al convegno su temi per noi tanto importanti”, conclude il Presidente della CNA di Modena.
“L’indispensabile impegno sui saperi e sulla conoscenza non può fare a meno, dei talenti del territorio, commenta Realacci. E’ su questa rotta che oggi deve muoversi l’Italia. Dobbiamo avere fiducia nei nostri talenti e tornare a fare quello in cui siamo bravi: la qualità. Abbiamo territori ricchi di saperi, di creatività, di comunità che conservano qualità della vita e forte coesione sociale. Dobbiamo valorizzare questi talenti: con un marketing territoriale adeguato; con l’innovazione, sfruttando le grandissime opportunità offerte dalle nuove tecnologie, sostenendo la ricerca. La via italiana alla competitività non può che passare per una coraggiosa scommessa sulla qualità”.