I sindacati regionali Flc-Cgil, Cisl-Scuola e Uil-Scuola hanno indetto uno sciopero regionale di tutto il personale per il 16 aprile, a conclusione del tavolo di concertazione convocato dal Prefetto di Bologna tra l’ufficio scolastico regionale e le organizzazioni sindacali.

In una nota, i segretari regionali di categoria Paolo Tomasi, Lamberto Benini e Domenico Cassino spiegano che, “come prevedibile, non è stato possibile raggiungere un accordo non essendo l’Ufficio scolastico regionale in grado di aumentare la dotazione organica delle scuole oltre il contingente assegnato dal Ministero” e “non è possibile gestire un aumento di alunni superiore a 13.000 unità senza un corrispondente aumento delle risorse umane. I numeri e le motivazioni dello sciopero sono contenuti nella memoria consegnata al Prefetto di Bologna” e che ricorda, tra l’altro, che “l’organico di diritto dell’anno scolastico 2007-08 è previsto in 60 posti in meno rispetto all’organico di diritto dello scorso anno scolastico. E questo nonostante l’aumento della popolazione scolastica stimata dal Ministero in oltre 13.000 alunni per l’anno in corso.
Dopo le prime proteste il Ministero ha concesso ulteriori 83 posti per la sola scuola primaria”, proposta “lontana anni luce dalle necessità della scuola primaria”, dove “mancano 549 posti” e “ci è stato già segnalato che ci saranno tagli anche sull’organico di fatto” (i supplenti), senza contare che “non si sono sdoppiate le classi che dovevano essere sdoppiate, non si è risposto alla domanda di tempo pieno”.

La situazione della scuola secondaria “non è molto diversa, anzi per alcuni aspetti è decisamente peggiore”, senza contare che “per ammissione dello stesso Ufficio scolastico regionale, i dati sulla crescita degli alunni, in particolare per la secondaria di primo grado, sono del tutto inattendibili”: comunqe, “é probabile che la crescita di alunni si attesti a circa il doppio delle cifre fornite”, e “portano ad una carenza di organico di almeno 533 posti per la secondaria di primo e secondo grado”.

“Crediamo – concludono i Sindacati – che i dati si commentino da soli e vorremmo che, suo tramite la situazione reale fosse rappresentata al Ministro della Pubblica Istruzione”.