Proseguono in queste ore le visite delle autorità cittadini e nazionali alla camera ardente, allestita nella caserma ‘Mameli’ di Bologna, dov’è collocato il feretro dell’ex ministro Beniamino Andreatta.

Poco dopo le 13,30 è stato il sindaco di Bologna Sergio Cofferati a rendere omaggio alla salma. Il primo cittadino si è intrattenuto per diversi minuti a parlare con i 4 figli di Andreatta che da questa mattina accolgono gli amici e i colleghi del padre scomparso.

Alla camera ardente sono giunti nel pomeriggio anche il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, il procuratore capo di Bologna Enrico De Nicola, accompagnato dal procuratore aggiunto Luigi Persico, i professori Gianfranco Pasquino e Augusto Barbera.
Alla caserma ‘Mameli’ sono arrivati anche Antonio e Giorgio Prodi, figli del presidente del Consiglio. Non è mancato, inoltre, il saluto di Fulvio De Nigris della ‘Casa dei Risvegli’ e il vicepresidente del Consiglio comunale di Bologna Paolo Foschini.

Alla corona di fiori nei colori verde bianco e rosso inviata dal presidente del Consiglio dei ministri Prodi, che da questa mattina è collocata all’entrata della camera ardente, nel pomeriggio si sono aggiunte la corona del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, del Comandante generale della Guardia di finanza e una composizione dei fiori inviata da Achille Occhetto.
Accanto alla bara, addobbata con rose bianche, su un tavolino le ‘pagelline’ ricordo, stampate in occasione della scomparsa dell’ex ministro. “La verità, niente di più sovversivo”, è la frase riportata sul fronte del biglietto, tratta da una locandina elettorale che era appesa nell’ufficio di Andreatta. La frase è stampata al centro di un’immagine rielaborata di un dipinto di Magritte che raffigura in alto una colomba cui è sovrapposto un pentagramma con alcune note musicali e in basso la silhouette di una pipa, uno degli oggetti simbolo che Andreatta portava sempre con se.