Reggio Emilia è citata come “esempio di comunità etica” da Howard Gardner in un’intervista rilasciata alla prestigiosa rivista accademica americana Harvard Business Review.

Lo psicologo che ha formulato la teoria dell’intelligenza multipla, docente ad Harvard e ritenuto uno dei cento intellettuali più influenti del mondo, conosce in modo profondo la realtà di Reggio Emilia e il Reggio Children Approach attraverso frequenti contatti con il Centro internazionale per l’infanzia.
L’ultima visita in città è stata a metà gennaio, quando ha incontrato il sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio e l’assessore alla Scuola Iuna Sassi, insieme alla figure chiave di Reggio Children, in particolare la presidente Sandra Piccinini e Carla Rinaldi. Gardner era in Italia in quei giorni per partecipare al Festival della Scienza, dove ha tenuto la relazione principale con la Rinaldi.
Nella conversazione “La mente etica”, riportata nel numero di marzo 2007 della Harvard Business Review, Gardner risponde alle domande del professor Bronwyn Fryer sulla sua nuova opera, Five Minds for the Future, Cinque menti per il futuro, di cui riferiscono oggi anche alcuni quotidiani nazionali, e alle possibili letture circa i comportamenti nel mondo economico.

Nella prima parte vengono descritte le caratteristiche del pensiero di Gardner, in particolare la teoria formulata nel 1983 delle intelligenze multiple, che ruppe il cliché del quoziente intellettivo: la teoria cioè secondo cui “gli individui non posseggano una, bensì multiple varietà di intelligenze, linguistica, logico-matematica, spaziale, corporale-cinetica, musicale, interpersonale e intrapersonale”.
“Come psicologo – si legge –, crede che la sua prima responsabilità sia di capire come le capacità morali ed etiche si sviluppino o falliscano”.

Nel continuare ad affinare la sua teoria, Gardner ha iniziato a ragionare di mente etica già nel 1995. “Dal 1995, lui e il suo team di ricercatori in quattro università, hanno indagato sui modi in cui la gente aspira a lavorare bene, ovvero a un lavoro di alta qualità che riguarda la società, eleva la vita degli altri ed è condotto in maniera etica. Nel suo nuovo libro Five Minds for the Future, Gardner riflette su cosa sia necessario per un approccio etico ”.

Che cos’è la mente etica, chiede l’intervistatore. “Pensare alla mente come a un insieme di capacità cognitive, aiuta a distinguere la mente etica dalle altre quattro menti che dobbiamo coltivare se vogliamo crescere come individui, come comunità e come razza umana” risponde Gardner, spiegando poi le differenze tra mente disciplinata, quella più scolastica, la mente sintetica, che sintetizza le informazioni, mente creativa, che attiva risposte originali. Meno cognitiva, la mente rispettosa, che agisce in seguito alle precedenti e si sforza di capire le differenze. “La mente etica, invece, estende il rispetto verso gli altri verso qualcosa di più astratto – continua Gardner – Una persona con una mente etica si chiede: che tipo di persona, lavoratore e cittadino voglio essere? Se tutti i lavoratori nella mia professione adottassero la mia attitudine mentale, e se ognuno facesse ciò che voglio fare, che mondo sarebbe?”
La concezione e i comportamenti etici chiedono la capacità di andare oltre l’esperienza individuale e oltre il semplice rispetto degli altri, che può esser un comportamento appreso senza essere capito, spiega Gardner. “Una volta sviluppata la mente etica, si diventa imparziali spettatori della squadra, l’organizzazione, la cittadinanza, il mondo”, mettendo davanti al rispetto individuale le idee in cui si crede.

La mente etica è fondamentalmente più rivolta alla comunità.
“Un orientamento etico inizia a casa” risponde Gardner .
“Il mio esempio preferito di una comunità etica – continua – è una piccola città di nome Reggio Emilia nel Nord Italia. Oltre a provvedere a servizi di alta qualità e benefici culturali per i propri cittadini, la città provvede ad eccellenti centri per l’infanzia e prescolari. I bambini sentono che la comunità si prende cura di loro. Così, quando crescono, restituiscono questo riguardo prendendosi cura degli altri. Diventano buoni lavoratori e buoni cittadini”. Un tono così elevato, continua Gardner, che si riscontra come attitudine etica di tutta la comunità nell’allontanare comportamenti lavorativi immorali o di bassa qualità.
Trasferendo il tema quindi nel mondo del lavoro e del business, Gardner cita poi il capo rabbinico della Gran Bretagna, Jonathan Sacks, affermando: “Quando tutto ciò che conta può essere comprato e venduto, quando gli impegni possono esser non mantenuti perché non sono più a nostro vantaggio, quando lo shopping diventa la salvezza e la pubblicità la nostra litania, quando il nostro valore è misurato da quanto guadagniamo o spendiamo, allora il mercato distrugge i veri valori da cui, alla lunga, dipende”.
Commenta Gardner: “Reggio Emilia sembra lontana anni luce da ciò”.