onsiglio comunale di giovedì 12 aprile ha affrontato alcuni temi importanti, che daranno l’indirizzo gestionale futuro a ambiti fondamentali per il Comune di Sassuolo, come il settore sociale e l’azienda di servizi locale.

Al primo punto l’assessore alle politiche sociali Susanna Bonettini ha illustrato l’integrazione all’accordo di programma del Piano di zona 2005/2007, per l’adozione del programma attuativo 2007 del Distretto sanitario 4 – zona sociale di Sassuolo. In continuità con le programmazioni precedenti, questo accordo, in fase di approvazione negli otto Comuni del distretto, definisce alcune importanti linee guida per la gestione del capitolo riguardante il sociale, con priorità ben definite che sono la famiglia (centrale), i diritti dei bambini, l’immigrazione, i giovani e gli anziani. Il programma è stato condiviso con le associazioni sindacali e di volontariato e deve essere sottoposto alla Regione, che si occuperà di stanziamenti e fondi, entro il 30 aprile.
Il cammino illustrato dall’assessore Bonettini è quello che porta a una gestione associata da parte dei Comuni del distretto dei Servizi sociali. In particolare la fase del 2007 prevede:
– a nascita di un’azienda pubblica di servizi alla persona che gestirà la trasformazione delle Ipab presenti sul territorio (Maranello e Formigine);
– ’evoluzione di un Ufficio di piano per la gestione associata dei servizi sociali, regolato da una convenzione;
– l ritiro delle deleghe all’Azienda sanitaria per diverse funzioni svolte nell’ambito minori, disabili, anziani, sull’esempio di quanto accade in quasi tutti i territori comunali e con il fine di gestire il tutto in forma associata fra i Comuni garantendo una maggiore integrazione fra tutti i servizi che hanno come obiettivo centrale la famiglia.
Come ha spiegato l’assessore Bonettini, a occuparsi del coordinamento di tutte queste attività sarà una sede comune, che si troverà sul territorio di Sassuolo, dove verrà distaccato personale delle varie amministrazioni appartenenti al Distretto sanitario 4. Una convenzione regolerà il funzionamento di questo ufficio a partire dal 2008.
Questa sede centrale avrà un bilancio di gestione per funzionamento e attività un po’ superiore a 4 milioni di euro, per 2,8 milioni a carico dei Comuni, il resto con fondi regionali dedicati.
L’area di intervento fondamentale, intorno alla quale ruoteranno tutte le iniziative del sociale, è la famiglia, con azioni concrete già individuate: il consolidamento del coordinamento pedagogico per adolescenti; l’apertura, in giugno, della sede del Centro per le famiglie di Sassuolo (con servizi previsti quali il Centro di ascolto per donne in difficoltà, il Consultorio educativo familiare, il servizio Primi passi), che sarà anche luogo privilegiato per la formazione, osservatorio per la raccolta di necessità e informazioni.
Nell’area riguardante l’immigrazione, scaduta la convenzione con il Centro per cittadini stranieri presente a Fiorano a fine 2006, si aprirà una sede in ogni Comune (a Sassuolo in via Rocca, ex sede attività produttive) con più ore di servizio.

Verrà anche istituita la Consulta per i cittadini stranieri extra Ue, il cui regolamento sarà sottoposto al consiglio comunale nel prossimo autunno.
Nell’area disabili si sta procedendo alle pratiche che porteranno alla costruzione di un centro polivalente a Madonna di Sotto, nella zona della nuova scuola materna, con 25 posti diurni che garantiranno il superamento di Casa Fantini, 20 posti residenziali e qualche appartamento protetto (formule attualmente inesistenti a Sassuolo) e uno spazio di aggregazione e socializzazione. Il centro verrà gestito a livello distrettuale.
Il programma 2007 ha avuto l’approvazione di Antonio Caselli di Apd. Abbiamo sempre visto con difficoltà, ha spiegato, la creazione di un’azienda speciale per la gestione dei servizi sociali, superata a nostro parere dalla crisi che riguarda il modello di associazione dei Comuni, quando deve addentrarsi nella concreta gestione unitaria dei servizi. Il piano presentato invece sceglie una formula più leggera, una gestione associata attraverso un ufficio unico che lascia liberi i singoli comuni nella definizione delle politiche sociali, ricercando un miglior coordinamento operativo. Un’impostazione che ci trova d’accordo, come il ritiro delle deleghe all’Azienda sanitaria appare importante e fatto in modo ragionevole, soprattutto per quanto riguarda la centralità dell’Ufficio di piano che ritorna a Sassuolo.
Per Ruggero Cavani, dei Ds il programma rappresenta un passo avanti sotto diversi aspetti: pone decisamente al centro il tema della famiglia nel suo complesso, opera il ritiro delle deleghe all’Ausl, da tempo ritenuto necessario, non per malfunzionamento dei servizi precedenti ma per evitare la frammentarietà che derivava dal lavoro di soggetti diverse su differenti parti del nucleo famigliare. Secondo Cavani bisognerebbe evidenziare quanto alta e ramificata è la spesa comunale sul tema sociale: 25 milioni di euro senza considerare temi che al sociale fanno da contorno (come le politiche per la casa e altri ambiti).
Secondo Luca Caselli di Alleanza Nazionale la programmazione presentata non è altro che un rimedio alla bocciatura dei Piani di zona avvenuta nel consiglio comunale di Formigine, che ha costretto a modificare l’impostazione in modo da presentarsi comunque per tempo alla Regione. Caselli ha considerato comunque importante l’impegno nel settore sociale e riconosciuto la necessità di una programmazione che permetta di accedere ai contributi regionali, annunciando un voto di astensione.
Paolo Vincenzi di Forza Italia ha chiesto l’esplicitazione di obiettivi concreti, che dai piani di programmazione a suo parere sono difficilmente individuabili, con possibilità di misurazione effettiva dei risultati raggiunti.
Gabriele Giovanardi del Gruppo Misto ha riconosciuto la validità della programmazione e anche dell’attività operativa nel settore del sociale, anche in relazione a esperienze dirette avute nel settore. La forma associata, ha detto, è utile perché si tratta di gestire temi complessi.
Il voto al programma 2007 per l’ambito sociale del distretto di Sassuolo ha avuto i sì di Sindaco, Comunisti Italiani, Ds, Apd, Gabriele Giovanardi e Mario Cardone del Gruppo Misto, Margherita Uniti per Sassuolo. Astenuti An, Lega, Forza Italia, Rifondazione Comunista. Il punto è stato approvato.

Il secondo punto all’ordine del giorno riguardava l’approvazione del nuovo regolamento dei Servizi per la prima infanzia, rinnovo necessario, ha spiegato l’assessore Stefano Cardillo a integrazione del vecchio regolamento risalente al 2001 soprattutto per i cambiamenti normativi subentrati nel frattempo. Anche in questo caso la gestione è in forma fortemente associata, sia fra i Comuni del comprensorio che per quanto riguarda l’integrazione fra servizi diversi e complementari (Nido, Nido part-time, Centro per bambini e genitori), strutture pubbliche e private convenzionate. Il regolamento nuovo rende esplicita questa integrazione e lascia la porta aperta a nuove e possibili sperimentazioni (fra le quali diversi consiglieri hanno citato la possibilità di Nidi aziendali). L’assessore Cardillo ha anche ricordato che l’attuale sistema di Sassuolo garantisce il posto al Nido a ogni bambino con entrambi i genitori lavoratori. Inoltre il nuovo regolamento prevederà modifiche dei criteri di ammissione, per renderli sempre più aderenti alla reale condizione delle famiglie.
Ruggero Cavani dei Ds ha giudicato il documento importante per la dimensione sovracomunale dei servizi che rende meglio regolamentata. Ha anche giudicato molto alto il livello dei servizi per la prima infanzia a Sassuolo e riconosciuto il grande lavoro svolto dal personale.
Il nuovo regolamento ha avuto l’approvazione di Sindaco, Comunisti Italiani, Ds, Margherita Uniti per Sassuolo, Gruppo Misto, Apd e le astensioni di Rifondazione, Forza Italia, Lega, An.

Al punto successivo il Consiglio comunale ha discusso l’assegnazione al Sindaco Pattuzzi di un mandato esplorativo per valutare la possibilità di incorporazione per fusione della Sat in Hera, il nuovo partner industriale dell’azienda sassolese e già gestore dei servizi in buona parte della provincia di Modena.
Graziano Pattuzzi ha ripercorso brevemente le vicende della Sat, soffermandosi soprattutto sull’ultima fase: la ricerca di un nuovo partner industriale, lo scorporo della quota di partecipazione Blumet conferita a Sat Finanziaria, lo scorporo delle reti a Sat Patrimonio, e poi la gara per il nuovo partner, con nove interessamenti, tre partecipanti e la miglior offerta del gruppo Hera.
Tra le ipotesi avanzate nel suo piano industriale, il gruppo ha incluso anche la possibilità di incorporazione per fusione di Sat, di cui attualmente detiene il 46,5% mentre il resto è ripartito fra i soci pubblici.
Il Sindaco ha spiegato che conclusa la fase di valutazione, è il momento di esplorare con il partner industriale la possibilità di procedere alla fusione, prestando attenzione ad alcuni temi fondamentali quali la consistenza del progetto industriale, la qualità dei servizi, la garanzia occupazionale, la possibilità di partecipazione alla governance, la tutela del valore di Sat anche dopo l’incorporazione in una grande compagnia, la tutela dei rami innovativi del patrimonio Sat, quali Satcom e Monet.
La scelta, ha spiegato Pattuzzi, è correttamente quella di portare la richiesta di mandato nei Comuni soci, in modo da avere una discussione preventiva, con consigli e indirizzi di cui si terrà conto. La delibera alla base di questa trattazione è stata elaborata dai cinque Comuni con grande attenzione e con numerose riunioni di commissione ed è comunque solo per una fase esplorativa, per questo Pattuzzi ha spiegato che eventuali emendamenti al documento non sarebbero stati recepiti formalmente, anche se di ogni osservazione il sindaco terrà dovuto conto nell’adempiere al mandato.
A proposito della proposta di Hera nello specifico, il Sindaco ha spiegato perché si sia deciso di valutarla nel merito: il quadro normativo per questo tipo di servizi è in continua evoluzione, a livello direttivo si incentiva dovunque la nascita di aziende con volumi e peso almeno sovracomunale, verso un’impostazione che vorrebbe un’azienda per ogni bacino provinciale o anche per più province insieme, in modo da essere in grado di reggere il confronto in gare di dimensione quantomeno europea.
C’è poi l’aspetto delle concessioni, a sempre più breve scadenza e sempre più ravvicinate. Concessioni più brevi e vicine a concludersi comportano un calo di valore dell’azienda, perciò una decisione si rende necessaria in tempi abbastanza rapidi.
La gestione dei servizi in economia da parte pubblica non è più possibile, nell’ambito dei servizi come in altri si chiede la formazione di soggetti gestionali di tipo aziendale.
La delibera in votazione da parte del consiglio dà mandato al sindaco di trattare per il Comune. Un advisor è chiamato a valutare i valori in campo. Non si fa questo passaggio a cuor leggero, ha commentato Pattuzzi, ma con la consapevolezza che Sat è un valore e un soggetto storico della città.
Mario Cardone del Gruppo Misto ha riconosciuto che qualcosa va fatto per mantenere competitiva la Sat, che da sue analisi risulta in difetto di redditività e con utili in discesa. Ci sarebbe anche molto da fare dal punto di vista delle strutture e delle risorse energetiche, ha spiegato Cardone, ma ci vogliono risorse, che nella condizione attuale l’azienda non ha.
Paolo Vincenzi di Forza Italia ha considerato che il passaggio previsto significa il conferimento di una società in cambio di una maggioranza, e che questo azzeramento dell’unicità di Sat come soggetto meriti una sorta di supervalutazione da parte di chi chiede l’incorporazione. Si perde il controllo diretto, ha chiarito Vincenzi, e si entra in una holding di livello almeno provinciale dove la partecipazione si spalma ancora di più. La preoccupazione è soprattutto per l’investimento del Comune e come consumatore utente, per la qualità del servizio. La cittadinanza sassolese, ha concluso, deve essere il primo interesse di chi riceve il mandato esplorativo.
Massimiliano Righi della Margherita ha valutato corretto l’avvio di questo processo di trattativa. Dà modo di discutere preventivamente e di coordinarsi al meglio con gli altri Comuni soci. Fra i punti indicati dal sindaco come indispensabili, Righi sottolinea la necessità di mantenere un riferimento locale del servizio: un soggetto fisico e persone a cui rivolgersi per ogni problematica, evitando la logica da numero verde che è propria delle grandi realtà sovraterritoriali.
Luca Caselli di Alleanza Nazionale ha dichiarato che ogni passaggio di Sat verso una nuova realtà e dimensione ha comportato scadimento del servizio. A suo parere anche con l’incorporazione in Hera la qualità per l’utente sassolese non potrà che peggiorare. Hera, ha considerato Caselli, voleva da tempo mangiare Sat e adesso potrà farlo, senza grandi spazi per la trattativa. Sassuolo perderà un suo grande patrimonio.
Corrado Scalabrini della Margherita ha considerato invece giusti i passaggi compiuti finora nella storia di Sat. Ha riconosciuto che Sat va verso la strada obbligata dell’aumento del suo bacino di utenza e delle dimensioni per rimanere credibile sul mercato. Restano secondo il consigliere alcuni dubbi, sia sul fatto che ogni tipo di servizi a gestione economica comunale rientrino in questa logica aziendale, sia più specificamente sulla qualità che verrà garantita, sull’adeguatezza dei prezzi, sul rischio che in un gruppo articolato errori di management o oscillazioni di borsa si ripercuotano direttamente sull’utente. Pieno accordo al mandato per il sindaco, che, ha detto Scalabrini, deve giocare attentamente questa partita, valutando anche possibili alternative.
Angioletto Usai dei Comunisti Italiani ha chiesto che le valutazioni tengano anche dovuto conto dell’aspetto occupazionale e della garanzia dei posti di lavoro esistenti in Sat per la popolazione sassolese.
Giampaolo Marchesini di Rifondazione Comunista ha considerato che se la logica, come sembra, è comunque quella di andare verso una scelta di tipo aziendale, è meglio fare le cose in fretta prima che l’avvicinarsi della scadenza per le concessioni faccia abbassare il valore della società. Che si chieda però un rinnovamento della parte impiantistica al partner industriale.
Gabriele Giovanardi del Gruppo Misto ha chiesto che il tema venga portato maggiormente all’attenzione dei cittadini, delle associazioni sindacali e dei consumatori, direttamente interessati alla vicenda. Si è anche chiesto quali evoluzioni e garanzie ci sono sul futuro di Satcom.

Ruggero Cavani dei Ds ha ammesso che pare superata la teoria del “piccolo è bello”, mentre diventano sempre più evidenti e necessari i vantaggi derivanti dalla presenza in un grande gruppo (capacità gestionali, ruolo sul mercato). L‘operazione, ha detto, va gestita in modo intelligente, evitando di farsi mangiare ma facendo pesare la storia e il know how presenti in Sat.
Secondo Gian Francesco Menani Sat è un gioiello di Sassuolo, un’azienda che pur con qualche problema funziona bene e a diretto contatto con i cittadini, fattori che si perderanno con l’entrata in un grande gruppo.
Anche Antonio Caselli di Apd ha dato la sua approvazione al mandato per il sindaco.
Il Sindaco in chiusura ha ribadito che ogni indicazione arrivata dal consiglio verrà tenuta presente e che prima della pausa estiva del consiglio comunale potrebbero esserci maggiori elementi di valutazione.
La delibera di consiglio che assegna al sindaco il mandato di trattare per l’eventuale fusione per incorporazione di Sat in Hera è stata approvata con i voti favorevoli di Sindaco, Ds, Comunisti Italiani, Margherita Uniti per Sassuolo, Apd, Cardone e Giovanardi del Gruppo Misto.
Contrari Alleanza Nazionale, Lega.
Astenuti Nicola Caserta del Gruppo Misto, Forza Italia, Rifondazione Comunista.

A seguire è stato osservato un minuto di silenzio da parte del Consiglio Comunale per le vittime del sequestro che ha coinvolto il giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo e anche per quelle coinvolte nei recenti attentati in Algeria.
Prima della conclusione della serata è stata poi posta la necessità di discutere con forma di urgenza un ordine del giorno proposto da Claudio Lodesani dei Ds e sottoscritto da 16 consiglieri comunali, riguardante il sequestro di Mastrogiacomo, la richiesta di impegno da parte del governo per la liberazione dell’emissario di Emergency Rahmatullah Hanefi, la solidarietà all’organizzazione in procinto di lasciare l’Afghanistan.
Il primo punto controverso ha riguardato l’effettiva urgenza della discussione, che è stata confermata dal fatto che dal giorno della scrittura dell’odg si sono manifestati nuovi fatti, tra cui l’uccisione dell’interprete afgano rapito insieme al giornalista italiano. Il presidente del consiglio comunale ha riconosciuto quindi il carattere di urgenza della trattazione, nonostante il parere contrario delle opposizioni, e ha aperto la discussione.
Claudio Lodesani ha illustrato l’odg: Rahmatullah Hanefi, ha spiegato, mediatore del sequestro Mastrogiacomo e membro dell’organizzazione Emergency, viene trattenuto senza nessuna accusa e secondo voci anche torturato. Non è accettabile che un coraggioso afgano ed Emergency paghino il prezzo della liberazione del nostro connazionale. Chiediamo l’impegno del governo per la liberazione di Rahmatullah e il rispetto della parola data ad Emergency.
Mario Cardone del Gruppo Misto ha chiarito il carattere umanitario dell’ordine del giorno, rivolto ai diritti umani di una persona e, nella sua valutazione, non a considerazioni politiche sul ruolo dell’Italia in questa come in altre fasi di guerra, che a parere di Cardone, resta ambiguo.
Paolo Vincenzi di Forza Italia ha detto che pur condividendo l’aspetto umanitario, non riteneva possibile includere in un documento ufficiale notizie desunte da voci e illazioni, né considerava possibile sindacare in un ordine del giorno le scelte di un governo sovrano ed eletto regolarmente come quello afgano che ha deciso di incarcerare l’emissario di Emergency.
Secondo Luca Caselli di Alleanza Nazionale la maggioranza opera distinzioni fra vittime di serie B e di serie A, secondo la loro appartenenza politica. Considera l’odg un grave atto di accusa contro il governo italiano e rifiuta di partecipare alla votazione uscendo dall’aula.
Rossano Dallari dei Ds ribadisce che la tutela dei diritti civili si chiede ad ogni stato sovrano, se si considera che venga disattesa. Il governo non ha colpe dirette, ha detto Dallari, per aver potuto salvare solo un ostaggio. Si vorrebbe solidarietà per lo stato italiano come c’è stata in tutti i casi precedenti. Emergency, ha spiegato Dallari, è organizzazione umanitaria fuori dai discorsi politici.

Giampaolo Marchesini ha dichiarato che terrorismo è dovunque e comunque si uccidano innocenti e bambini, con azioni di guerra, bombe o embargo. Guerra e terrorismo, ha detto, sono due mali da sconfiggere perseguendo la pace sempre e comunque.
Fulvio Bonvicini ha ribadito il carattere urgente del documento, dimostrato dagli eventi in corso e in rapida evoluzione.
Gabriele Giovanardi invece ha disconosciuto l’urgenza della discussone e non ha approvato il forte atto di accusa al governo italiano. Anche lui ha abbandonato l’aula.
Secondo Nicola Caserta del Gruppo Misto Emergency merita solidarietà perché documenta ogni giorno con azione diretta casi tragici riguardanti popolazione innocente, gravi e dolorosi almeno quanto i sequestri che sono all’attenzione dell’opinione pubblica.
Ugo Liberi di Forza Italia ha manifestato stupore per l’accusa rivolta a Prodi nell’ordine del giorno della maggioranza e considerato questa una conferma di come l’operazione sia stata gestita male.
Angioletto Usai dei Comunisti Italiani ha ricordato che l’articolo 11 della Costituzione italiana dichiara il ripudio della guerra da parte del nostro Paese e ha auspicato il ritiro delle forze italiane da questo e altri teatri di conflitto.
Ruggero Cavani ha proposto alcuni emendamenti all’ordine del giorno, in particolare eliminando i riferimenti a voci sulle presunte torture al mediatore di Emergency e, per rispetto della sovranità dello stato afgano, richiedendo invece dell’immediata liberazione una verifica processuale per Rahmatullah Hanefi. Il tutto per sottolineare in modo netto il carattere umanitario e non politico dell’ordine del giorno.
Il presidente del consiglio comunale ha messo in votazione gli emendamenti e poi l’intero documento.
Entrambe le votazioni hanno visto favorevoli il Sindaco, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Ds, Margherita Uniti per Sassuolo.
Sono usciti dall’aula e non hanno partecipato alla votazione Forza Italia, Alleanza Nazionale, Gabriele Giovanardi del Gruppo Misto.