Aumentare l’offerta di servizi educativi per bambini da zero a tre anni nella provincia di Modena. E’ l’obiettivo del bando pubblico con il quale la Provincia assegna contributi per un milione e 188 mila euro: una quota di 222 mila è destinata anche a soggetti privati, i restanti 966 mila sono invece riservati ai Comuni e ad altri gestori pubblici.

Il contributo finanzierà la costruzione, il restauro e la ristrutturazione di edifici da destinare a nido d’infanzia e a servizi integrativi; l’acquisto di edifici già adibiti a nido d’infanzia e l’acquisto di arredi. Le domande vanno presentate entro lunedì 18 giugno 2007 al Servizio istruzione/orientamento della Provincia di Modena in viale Barozzi 340. Per informazioni: tel. 059 209443.
Il bando e la scheda di presentazione dei progetti si possono scaricare dal sito della Provincia.

“L’obiettivo è estendere l’offerta educativa per l’infanzia – spiega Silvia Facchini, assessore provinciale all’Istruzione – in una logica di riequilibrio territoriale e sostenendo un sistema integrato. In quest’ottica abbiamo nuovamente destinato una quota del budget anche ai privati, mentre lo scorso anno non era stato possibile, chiedendo come garanzia il vincolo di destinazione d’uso dell’edificio a nido d’infanzia per vent’anni rispetto ai 15 anni richiesto per i gestori pubblici”.

La spesa minima ammissibile per ogni intervento è di 50 mila euro, riducibile a 30 mila per gli interventi nei Comuni fino a 5000 abitanti e in quelli montani, e può comprendere i costi per indagini e progettazione, ma non quelli di acquisto dell’area. Il contributo provinciale potrà variare dal 30 al 50 per cento della spesa ammessa, senza comunque superare l’importo massimo di 400 mila euro per i gestori pubblici e di 110 mila euro per quelli privati.

La qualità delle richieste sarà valutata in base alla carenza dei servizi nell’area, calcolata attraverso il numero delle domande inevase, l’utenza potenziale e l’indice di copertura dei servizi, alla possibilità di soddisfare maggiormente le liste d’attesa, alla dimensione sovracomunale del progetto. Conteranno inoltre la fattibilità in tempi rapidi; l’economicità degli interventi in relazione al numero di posti offerti; l’idoneità già dichiarata di un progetto presentato ma non finanziato lo scorso anno.