Carabinieri e polizia di Bologna, coordinati dalla Dda, con l’emissione di 7 ordinanze di custodia cautelare – 4 in carcere e 3 ai domiciliari- e un fermo, hanno sgominato due organizzazioni che operavano sul capoluogo e a Venezia. Interdetto dalla professione legale un avvocato del foro di Bologna, indagato per concorso in sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Le indagini hanno individuato: da un lato un gruppo di serbo-croati che spostavano l’attività tra Bologna e Venezia, a seconda della pressione delle forze dell’ordine. Dall’altra il giro gestito da una slovena di 28 anni, che dopo qualche anno passato sulla strada aveva messo su una rete di ragazze di alto livello.

Le ragazze dell’Est si prostituivano in appartamenti. I contatti con i clienti avvenivano attraverso due siti internet con foto e descrizione della ragazza, tipo di prestazione e tariffe. I cellulari erano tutti gestiti dalla slovena, che smistava le chiamate alle giovani da cui pretendeva un puntuale rendiconto di incontri e incassi, fino a 50.000 euro al mese.
Niente botte o minacce alle ragazze, ma un’equa divisioni dei guadagni e, in caso di problemi, quando le ragazze venivano fermate, interveniva il legale.