Dopo i fatti di Riolo di Castelfranco è necessario alzare la guardia, aumentare la vigilanza, i controlli e migliorare i protocolli sugli appalti pubblici ed estenderne l’applicazione anche ai cantieri privati.

Doveroso è il plauso alle forze dell’ordine, per la tempestiva individuazione dei presunti autori dell’agguato di Riolo, ma detto ciò
occorre aumentare la soglia d’attenzione nei confronti di tutti i fenomeni di piccola o grande illegalità che sono presenti nel settore dell’edilizia,
per impedire che la criminalità si alimenti in questo mercato ricco e attraversato da ancora troppe violazioni di norme e leggi.
Pur di fronte ad un leggero calo nel settore dell’edilizia (dati delle nostre Casse Edili), Modena e la sua provincia rimane una realtà in cui il
lavoro edile, grazie anche alle scelte programmatorie degli Enti Locali, a
volte anche eccessive, continuerà ad essere estremamente significativo e ricco.
Ciò attrae inevitabilmente anche interessi criminali che devono essere contrastati con determinazione attraverso sia misure di repressione, ma anche attraverso azioni di prevenzione che passano anche per una
qualificazione del settore.
Il sindacato unitario delle costruzioni, Federazione Lavoratori Costruzioni, sta da tempo sottolineando che vi è un’anomalia modenese che va corretta, infatti il settore edile è a Modena eccezionalmente frammentato: 10.879 imprese, di cui 10.366 con addetti, per un totale di 14.426 dipendenti, a cui si aggiungo anche 13.648 cosiddetti lavoratori
autonomi.
Pensiamo che sia intanto necessario definire regole più precise, in termini di competenze professionali e dotazione strumentale, per consentire l’accesso a questa professione. L’accesso libero, come è ora, consente a
chiunque di improvvisarsi imprenditore edile, rendendo assolutamente difficile verificare l’applicazione a tutela della legalità in senso lato,
delle norme esistenti per il settore, senza contare che questo libero accesso pregiudica anche il livello qualitativo del lavoro edile.
Un’altra questione da affrontare è la definizione di protocolli sugli appalti pubblici che selezionino le imprese serie e consentano controlli in corso d’opera dell’applicazione delle norme.

Stiamo lavorando da mesi con le Associazioni delle Imprese, Comune di Modena e Provincia per rinnovare il protocollo del 1999, alla luce delle nuove normative e per fare tesoro dell’esperienza sull’applicazione di tale protocollo.
Contestualmente riteniamo che gli elementi contenuti nel protocollo vadano estesi a tutti i lavori edili, e quindi anche alle attività private, per
dare un ulteriore strumento, a tutti gli organi deputati ai controlli, per svolgere un’azione di prevenzione più efficace che sia un argine
all’ingresso nel nostro territorio di fenomeni criminali.
La nostra percezione è che questi fenomeni siano più diffusi di quanto appaia e che sia necessario mettere in campo tutte le azioni possibili di repressione e preventive per evitare il ripetersi di questi fatti.

(Sauro Serri, segretario generale Fillea/Cgil Modena)