La Polizia Postale di Venezia ha eseguito 21 perquisizioni ed altrettanti indagati, 3 arresti in flagranza e 3 misure cautelari nell’ambito di un’operazione volta al contrasto della nuova frontiera della pedo-pornografia via wap. L’indagine è frutto di una complessa attività investigativa che ha visto il superamento da parte della Polizia Postale delle nuove frontiere tecnologiche rappresentate dai radiomobili di ultima generazione.L’operazione, che ha visto il coinvolgimento di centinaia di operatori della polizia postale ha interessato, oltre al Veneto, anche la Lombardia, la Toscana, le Marche, la Sardegna, la Campania, l’Emilia Romagna, la Sicilia, il Lazio ed il Trentino Alto Adige, ha consentito di porre definitivamente fine ad una fitta rete di commercio di materiale pornografico prodotto utilizzando bambini.

Le complesse indagini telematiche condotte dal Compartimento Polizia Postale di Venezia, la cui prima fase esecutiva aveva avuto luogo lo scorso gennaio, allorquando erano stati individuati sette soggetti dediti al commercio di materiale pedo-pornografico, di cui tre arrestati in flagranza di reato, hanno portato nel corso delle successive fasi, culminate ieri con quattordici perquisizioni a carico di altrettanti indagati, responsabili di aver acquistato il suddetto materiale, corrispondendone il prezzo tramite ricariche telefoniche e bonifici bancari. Tra le foto divulgate e vendute anche alcune prodotte amatorialmente da uno degli indagati, che abusava della nipotina. I produttori ed i venditori del materiale illecito, due milanesi ed un PR di Lucca, tutti e tre con precedenti di pedofilia e già arrestati dalla Polizia Postale di Venezia lo scorso gennaio nell’ambito dell’operazione Melograno, sono tuttora sottoposti a misure cautelari restrittive della libertà disposte dagli uffici GIP di Milano e di Lucca su richiesta dalle locali Procure della Repubblica. A casa degli indagati sono stati trovati PC, decine di telefoni cellulari, un centinaio di schede telefoniche ed altrettanti supporti, informatici e non, contenenti pornografia minorile, attualmente al vaglio della Polizia delle Comunicazioni.