Grazie al decreto sulle liberalizzazioni fortemente voluto dal ministro Bersani – si legge in una nota di Federmetano (Federazione Nazionale Distributori e Trasportatori di metano) la rete distributiva del metano non si svilupperà dove oggi è carente.
Accadrà esattamente il contrario, interrompendo un processo di ampliamento in atto.


Il recente emendamento presentato dal Governo e accolto dalla Commissione Attività Produttive della Camera riguardante la liberalizzazione dei distributori di carburanti ha scontentato per un verso o per un altro tutti gli operatori del
settore: petrolieri, retisti privati, per non parlare dei gestori dei distributori, che sono letteralmente infuriati ed hanno già proclamato un lungo sciopero per i primi giorni di giugno.
Tale decreto, per quanto riguarda poi la rete distributiva del metano per autotrazione, non ha certo fatto l’interesse degli utenti che vorrebbero o
potrebbero rivolgersi a questo carburante ecologico. Infatti è noto che la rete distributiva del metano è in fase di rapido sviluppo, ma ancora carente in certe regioni, ovvero non è diffusa in modo equilibrato sul territorio anche in quelle
dove il servizio è presente.
In nome della liberalizzazione il ministro Bersani ha imposto la soppressione didistanze di rispetto fra gli impianti di carburanti e di tetti numerici agli
insediamenti di nuova costruzione, rifiutando – in particolare per il metano – la possibilità da parte delle regioni di introdurre nei propri piani carburanti criteridi indirizzo per orientare le scelte degli operatori verso le zone carenti di
servizio.
In altri termini, smentendo clamorosamente se stesso, il ministro Bersani, che ne 1998 aveva imposto la chiusura degli impianti perché troppi e quindi antieconomici, adesso dice “liberi tutti” e più distributori si faranno meglio sarà, con buona pace
della economicità degli stessi.

In concreto tale criterio per il metano significherà che la rete distributiva, che stava trovando un suo equilibrio sul territorio, crescerà senza alcuna logica e le zone già servite lo saranno ancora di più (perché qui vi è attualmente più domanda),
ma non in modo funzionale bensì in modo concentrato e non diffuso, mentre le zone
con maggior domanda potenziale, cioè le zone con scarso o senza servizio, rimarranno
tali.
Francamente questo modo di operare del Governo solleva notevoli perplessità e dubbi. E’ ovvio che nessun operatore vorrà rischiare investimenti per fare il pioniere, ma cercherà di realizzare distributori di metano nelle zone a minore rischio con già un mercato consolidato. Perché un provvedimento così fatto? Non si può ritenere che
chi ha scritto e voluto questo provvedimento non sapesse che avrebbe favorito la logica conseguenza del concentramento in aree di grosso mercato (esistente). E’ talmente scontato il risultato che negarlo non è possibile. Gli automobilisti delle zone marginali – conclude la nota di Federmetano – o disagiate mettano dunque
l’anima in pace e ringrazino il ministro Bersani perché per loro non cambierà nulla. I distributori di metano li vedranno con il binocolo.