C’è una correlazione tra gli aspetti principali della nostra personalità e specifiche differenze strutturali del cervello. A questa conclusione sono giunti ricercatori inglesi e del Dipartimento di Neuroscienze e della Struttura Complessa di Fisica Sanitaria dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. I risultati saranno presentanti nel corso dell’annuale congresso internazionale dell’Organisation for Human Brain Mapping (OHBM) che si terrà a Chicago (USA) da domenica 10 a giovedì 14 giugno 2007.
L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia è nuovamente sotto le luci dei riflettori dell’interesse della comunità scientifica internazionale grazie ai risultati emersi dagli studi condotti dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Neuroscienze del Nuovo Ospedale Civile S. Agostino-Estense di Baggiovara e della Struttura Complessa di Fisica Sanitaria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, che congiuntamente a colleghi dell’Università di Hull (Regno Unito), ha sviluppato importanti e fondamentali indagini per comprendere la personalità.
La ricerca, che sarà presentata a Chicago alla conferenza annuale dell’Organisation for Human Brain Mapping, che si terrà a partire da domenica 10 e proseguirà fino a giovedì 14 giugno 2007, il più importante evento culturale e scientifico nel campo della neuro-immagine, è risultata una delle 10 selezionate, tra oltre 5.000 lavori presentati, dal comitato scientifico del congresso. La scelta dei promotori farà sì che il lavoro dell’equipe modenese sarà oggetto di una specifica presentazione ufficiale alla stampa americana.
“E’ particolarmente significativo il traguardo raggiunto con la nostra presenza all’OHBM – commenta la prof.ssa Annalena Venneri dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – in quanto sono come esplicito riconoscimento della qualità e delle novità dello studio condotto dalla nostra Università e dall’Università di Hull, con la quale abbiamo uno stretto rapporto di collaborazione. In questo lavoro abbiamo studiato i correlati anatomici dei principali tratti di personalità con la risonanza magnetica tridimensionale e i risultati rappresentano un approccio innovativo allo studio della personalità”.
I ricercatori modenesi ed inglesi hanno esplorato se i tratti principali della personalità, quali la ricerca di novità, la dipendenza dalla gratificazione e la tendenza ad evitare il pericolo, potrebbero essere correlati a variazioni nella struttura di determinate aree del cervello, poichè studi precedenti – su persone con danni cerebrali – hanno dimostrato come quando queste aree vengono danneggiate causano cambiamenti del carattere e del comportamento negli individui.
Per verificare la correlazione tra aspetti principali della nostra personalità e differenze strutturali nel cervello sono stati individuati 85 giovani adulti, cui è stato proposto un questionario di personalità e che hanno svolto un esame di risonanza magnetica strutturale del cervello. E’ stato trovato che persone con alti punteggi nella tendenza alla ricerca della novità presentavano un maggior sviluppo della parte inferiore del lobo frontale, nella zona sotto l’orbita oculare. Al contrario, persone con un giro del cingolo, l’area anteriore centrale del lobo frontale, meno sviluppato, hanno mostrato un alto livello di timidità, ricerca di approvazione e tendenza a cercare gratificazione da fonti esterne come il cibo e le droghe.
“A fronte della sua apparente complessità, questo studio – chiarisce la prof. Annalena Venneri dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – suggerisce che i tratti di personalità studiati hanno corrispondenti associazioni con specifiche variazioni nello sviluppo di specifiche strutture cerebrali”.
Questo studio, che reca tra l’altro le firme del prof. Paolo Frigio Nichelli e della prof. ssa Annalena Venneri dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, della dott. ssa Simona Gardini del Dipartimento di Neuroscienze, dei dottori Luca Nocetti e Cristian Toraci dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e del prof. Darren Bird dell’Università Hull, potrebbe risultare determinante per spiegare i cambiamenti del carattere, della personalità e dell’educazione comportamentale delle persone che hanno subito traumi o lesioni in queste porzioni cerebrali.

