“Sono dati impressionanti – dichiara Massimo Becchi segretario di Legambiente Emilia-Romagna -quelli che emergono dal piano di risparmio da realizzare per l’attuazione del piano di emergenza idrica nel periodo giugno-luglio 2007. Il prelievo complessivi d’acqua, desunto dai dati 2006, è per i mesi di giugno e luglio di 3929,30 milioni di metri cubi, prelevati principalmente dai bacini alpini.


I dati sono riferiti al periodo 1 Giugno-30 Luglio 2006, distinti per sottobacino, quali risultano dai bollettini di monitoraggio dell’Autorità di Bacino del fiume Po, redatti sulla base dei dati inviati dall’ANBI e dai Gestori dei Laghi. Sulla base di tali dati sono state ricavate le percentuali dei volumi derivati in ciascun sottobacino rispetto al volume totale derivato nel medesimo periodo nell’intero bacino del Po.

“Emerge chiaramente – continua Massimo Becchi – che l’ 89 % dell’acqua prelevata dal fiume viene asportata da Piemonte e Lombardia e solo l’11 % dall’Emilia-Romagna e Veneto, un dato che fa emergere un diverso passo fra l’agricoltura della nostra regione e quelle delle altre due regioni del nord, caratterizzate da un consumo enorme d’acqua, legato alla coltivazione del riso e a colture idroesigenti come il mais”.

“Non si può pretendere di governare – afferma Luigi Rambelli presidente di Legambiente Emilia Romagna – la situazione idrica del Po senza aver chiari questi numeri, che mettono in evidenza un prelievo sui sottobacini del Po enorme, dell’ordine dei 4.000 milioni di metri cubi. Per avere acque nel Grande Fiume occorre risparmiare quella che naturalmente è già presente, archiviando una volta per tutte l’ipotesi di bacinizzazione, che va ad insistere solo sull’ 11 % dell’ acqua che arriva nella zona emiliana, dimostrando sempre più come solo un cambio radicale nelle tecniche irrigue e nella gestione del prelievi sia fondamentale per ridare “fiato” al Po”.

“Vanno inoltre riviste – conclude Rambelli – le concessioni rilasciate, molte delle quali risalgono a 30-40 anni fa, aggiornandole con i dati attuali di portata dei fiumi e applicando il minimo deflusso vitale in tutti i sottobacini del Po”.