Successo di pubblico sabato scorso allo stadio Mirabello per la manifestazione ‘Acqua aria fuoco terra’ incentrata sui temi dell’ecologia e dei cambiamenti climatici di scala globale e organizzata dalle associazioni culturali Talento e Telecitofono in concomitanza con i concerti internazionali del Live Earth.

Più di mille persone hanno assistito agli eventi in programma, a inaugurare la serata è stato il professore Stefano Tibaldi climatologo dell’Università di Bologna che ha risposto, durante l’aperitivo, alle domande e alle curiosità del pubblico in fatto clima. Dopo di lui è stata la volta di Mauro Pergetti , esperto dell’Enìa, che ha descritto l’intero ciclo dell’acqua dell’acquedotto della nostra città.

Successivamente si sono esibiti i tre paracadutisti del team AriA che, guidati dal campione del mondo Filippo Fabbi, hanno tenuto col fiato sospeso tutti i presenti volteggiando nel cielo con la loro scia di fumogeni e aprendo il paracadute solo all’ultimo istante per atterrare infine sul campo del Mirabello.

Due le performance ospitate dal palco allestito per l’occasione: la lettura poetica di Stefano Raspini coadiuvato da Giuseppe Caliceti e lo spettacolo della splendida voce di Matteo Setti che per due volte ha stregato il pubblico sugli spalti.
Sono infine saliti sul palco, per presentare il film “Una scomoda Verità”, il filosofo ambientalista Luciano Valle, autore del saggio “Ri-Abitare la terra e la città” e Walter Ganapini presidente di Greenpeace Italia.
Valle ha descritto il pensiero di Al Gore e le motivazioni che hanno spinto lo stesso ex vicepresidente degli Stati uniti a produrre il film.

Nel suo intervento, invece, Ganapini ha ricordato che riporre maggiore attenzione per l’ambiente non significa tornare indietro ma, al contrario, ricercare maggiore efficienza nelle tecniche e nelle tecnologie, creando così anche più lavoro specializzato e più lavoro in genere, e, quindi, più benessere.

Al termine del film, mai proiettato prima di sabato nella città di Reggio, è toccato al dj Robert Passera concludere l’evento con la sua musica easy listening, quasi a voler distendere il pubblico dopo le previsioni tutt’altro che rassicuranti contenute nel documentario.