“Il procuratore capo di Bologna, Enrico Di Nicola, ha chiesto l’archiviazione della denuncia per vilipendio della religione presentata da un deputato di Fi, Fabio Garagnani: obiettivo del politico una performance, ‘La Madonna piange sperma’, promossa da un club gay”.


Lo riferisce oggi il ‘Corriere della Sera’ spiegando che secondo quanto affermato da Di Nicola, “per
il codice la bestemmia è tale se indirizzata alla divinità. La Madonna non lo è”.

“A metà giugno nel quartiere San Vitale – racconta il ‘Corriere della Sera’ – compare sui muri delle case il programma di una manifestazione estiva ospitata negli spazi di vicolo Bolognetti. Tra
gli spettacoli in cartellone c’e’ una performance, promossa dall’associazione gay ‘Carni scelte’, dal titolo ‘La Madonna piange sperma’. Scoppia il caso: la curia cittadina parla di ‘bestemmia
abominevole’, il sindaco Cofferati di ‘inaccettabile volgarità che offende credenti e non credenti’, l’arcivescovo Carlo Caffarra celebra una messa ‘riparatrice’ nel santuario di San Luca”.

Dopo la cancellazione dello spettacolo, Garagnani, deputato bolognese di Forza Italia, denuncia per vilipendio gli organizzatori della performance
incriminata.
“La pratica va avanti e finisce sotto gli occhi del procuratore capo di Bologna Enrico Di Nicola – spiega il quotidiano – Che ora, a un mese e mezzo di distanza, rende nota la sua decisione, maturata –
dice – dopo lunghe riflessioni e in una lettera, inviata al gip di Bologna pochi giorni fa, fa richiesta di archiviazione per la denuncia di Garagnani. Motivo: in questo caso, il reato di vilipendio alla
eligione non sussiste”.
“Perchè – dice oggi Di Nicola al Corriere di Bologna – per il codice la bestemmia è tale solo se indirizzata a santità o divinita’ e la Madonna, per i teologi, non rientra in
nessuna di queste categorie”.
“Il caso, comunque, non è ancora chiuso – sottolinea il quotidiano – Di Nicola ha inviato gli atti al prefetto
Vincenzo Grimaldi che dovrà valutare se, pur non essendo una bestemmia, la performance bolognese fu comunque offensiva per la
pubblica decenza, dunque punibile con una sanzione amministrativa”.