In un circuito a metà tra l’Europa e l’Asia, il Gran Premio della Turchia rappresenta una interessante sfida logistica, in cui, come in molte gare europee, il paddock ospita i mezzi e i motorhome di tutte le scuderie. In ogni caso, la distanza tra l’autodromo turco e la maggior parte delle sedi centrali dei team implica che la migliore soluzione di trasporto sia quella di “vecchio stile”, via mare, con il carico e il trasporto di tutte le vetture e gli equipaggi necessari da e verso la capitale turca da Trieste, sulla costa adriatica dell’Italia.


Il trasferimento navale si può considerare infatti da un lato “vecchio stile”, ma è di fatto usato dalla maggior parte delle squadre per tutte le gare che si corrono al di fuori del territorio europeo. Se è certamente più lento rispetto a quello aereo, è però significativamente più economico in termini di costi. “Spedire i materiali via mare è molto meno dispendioso che utilizzare il servizio di spedizione aerea internazionale della FOM (Formula One Management) – conferma Miodrag Kotur, Responsabile della Logistica della Scuderia Ferrari Marlboro – per dare un’idea del risparmio, risulta ancora conveniente nonostante implichi di caricare tre volte il carico ordinario, che facciamo trasportare via nave, in totale circa 15.000 chili.” Il motivo per cui si deve triplicare ogni equipaggiamento è che ogni set completo può essere così spedito in ogni luogo ove sia necessario in tutto il mondo per coprire tutti gli eventi non europei. “L’equipaggiamento che abbiamo spedito in Australia per la prima gara della stagione è rientrato in Italia per lo stoccaggio prima di essere rispedito in Cina” – continua Kotur. ” Il materiale spedito in Malesia sarà di nuovo a disposizione per la gara del Giappone, mentre il trasporto effettuato prima in Bahrain è stato trasportato in Canada, USA e sarà poi in Brasile. Ogni carico contiene esattamente gli stessi materiali. Nella lista dell’equipaggiamento necessario sono inclusi anche gli oggetti che in passato sarebbero stati noleggiati all’interno dei circuiti stessi, come tavoli, sedie e cucine. I costi di noleggio di questi materiali sono talmente elevati che è più conveniente acquistarli e portarli con sè, come anche i generatori, i cavi, le connessioni ed altri articoli indispensabili, che vengono così spediti via mare. Una sola sedia può essere incredibilmente esosa da noleggiare – in fondo questa è la Formula 1! Acquistiamo quindi tutto il necessario e lo utilizziamo anche per diversi anni, in modo da ammortizzare i costi sostenuti inizialmente”.
Il trasporto via mare non comprende mai le componenti della monoposto, dato che la loro evoluzione è molto rapida e dovuto agli sviluppi tecnici in corso durante tutta la stagione. Il trasporto via mare è poi sicuramente ideale per il materiale per i pit stop e il garage, inclusi alcuni dei pannelli separatori che compongono la struttura dei garage, che sono molto ingombranti e pesanti.

Parlare con Kotur è stata l’occasione per potergli domandare riguardo all’unica sfida logistica della stagione 2007; la ricollocazione del Gran Premio del Giappone presso il Circuito del Monte Fuji. “Sarà certamente un fine settimana difficile in termini di accesso alla pista, dato che esiste soltanto una strada stretta per entrare nel circuito” – ha osservato Kotur. “La pista si trova infatti tra le montagne e mentre le facilities presenti sul posto sono le stesse degli altri siti dove si svolgono i Gran Premi, là non ci sono hotel o negozi se non percorrendo lunghe distanze, il che richiede molto tempo; inoltre lo standard degli hotel presenti non è molto alto. Trovare camere discrete è stata davvero un’impresa difficile. Anche il viaggio da Tokyo al circuito sarà disagevole, dato che si tratta di due ore e mezzo di pullmann, unica opzione per raggiungere il luogo. Gli organizzatori stanno valutando di creare la “F1 personnel”, una via di comunicazione privilegiata dedicata, operante nel raggio di 25 chilometri intorno al circuito, che dovrebbe favorire il deflusso del traffico su base giornaliera”.

Guardando brevemente alla parte finale della stagione, tornando più vicino a casa, la “pausa estiva” della Formula 1 è ora giunta alla conclusione. Mentre infatti un weekend in più dalla gara di Budapest senza Gran Premi ha significato una pausa più lunga di recupero per i team sempre in movimento per la stagione, il lavoro è stato incessante negli stabilimenti della Gestione Sportiva a Fiorano. Oltre al normale attività che continua senza necessità di compiere test su pista – attività all’interno della galleria del vento, test del motore sul banco e monoposto che vengono provate al simulatore – la squadra ha speso molto tempo nell’analisi dell’approccio a tutte le variabili possibili presenti durante i pit stop, per rivedere tutto il metodo adottato in queste circostanze. Questo impegno ha rappresentato la reazione alla situazione confusa creatasi durante il pit stop effettuato da Felipe Massa durante le qualifiche a Budapest. Anche la squadra dei meccanici addetti ai pit stop ha effettuato numerose prove pratiche. Secondo gli accordi che regolamentano i test per le scuderie, sono stati permessi gli shakedown durante questa pausa e la Scuderia Ferrari Marlboro ha quindi colto l’occasione per provare un nuovo telaio, il numero 263, che Massa userà ad Istanbul. Infine, il Presidente Luca di Montezemolo ha incontrato mercoledì scorso il personale della Gestione Sportiva per trasmettere tutto il suo supporto alla squadra. Non ha dovuto esprimere gli obiettivi per la rimanente parte della stagione, dato che sono già molto chiari: provare a vincere tutte e sei le gare che restano da disputare nel Campionato del Mondo.