Le città capoluogo dell’Emilia-Romagna, nel 2006, avrebbero destinato 2,9 milioni di euro all’accoglienza ed all’inserimento anche in appartamenti di 2.074 nomadi. A Modena, in particolare, 282 nomadi sarebbero ospitati in abitazioni, aree e campi per una spesa, riferita solo al 2006, pari a 280.000 euro. Lo afferma il consigliere regionale di FIAndrea Leoni in un’interrogazione, evidenziando che nel recente passato, proprio a Modena, in via Gherbella, la Regione avrebbe finanziato la realizzazione di tre microaree per un importo di 675.000 euro al fine di ospitare parte dei nomadi trasferiti dal campo di via Baccelliera in fase di dismissione.


“Il Comune di Modena, inoltre, – prosegue Leoni – negli ultimi dieci anni ha pagato le bollette relative ai consumi di acqua, elettricità e gas presso il campo nomadi cittadino, ha finanziato diversi interventi per l’accoglienza e l’inserimento dei nomadi e si appresta a realizzare altre 4 microaree in diversi quartieri della città, destinate all’accoglienza dei nomadi ancora residenti nel campo di via Baccelliera, per una spesa pari a circa 400.000 euro”.

Considerando infine “assolutamente inopportuno continuare a finanziare, con soldi pubblici, progetti per dare gratis ai nomadi servizi, strutture e diritti che qualsiasi altro cittadino modenese paga a caro prezzo” e ritenendo “vergognoso continuare a spendere centinaia di migliaia di euro per finanziare progetti destinati ad una ristrettissima minoranza di persone, a fronte dell’aumento delle imposte locali voluto da Regione e dalla maggioranza dei Comuni emiliano-romagnoli”, il consigliere chiede alla Giunta regionale se confermi il dato dei 2,9 milioni di euro spesi dalle città capoluogo nel 2006, a quanto ammonti la spesa sostenuta finora dalla Regione e dai singoli Comuni per progetti connessi direttamente o indirettamente all’inserimento di nomadi in abitazioni e quale importo raggiungano le risorse stanziate negli ultimi dieci anni dalla stessa Regione a favore dei Comuni per progetti collegati all’accoglienza ed all’assistenza dei nomadi.

Leoni vuole quindi sapere quanti nomadi vivano attualmente in abitazioni nei Comuni dell’Emilia-Romagna, quanti nuclei famigliari o singoli siano oggi a carico, totalmente o parzialmente, del Comune di Modena e siano presenti in strutture diverse dal campo nomadi o dalle microaree, ed invita la Giunta a chiarire quale presupposto politico ed economico ci sia alla base della decisione di finanziare progetti tesi a “privilegiare, di fatto, una parte della popolazione rispetto ad un’altra”.

Il consigliere domanda infine se la Regione confermi anche per il futuro gli stessi stanziamenti erogati finora per progetti dedicati alla popolazione nomade e, in caso di risposta affermativa, per quali ragioni.