Si è siglato oggi a Palazzo Chigi da Governo, Organizzazioni imprenditoriali e Federazioni Sindacali dell’agricoltura un importante accordo sulla riforma degli ammortizzatori e l’emersione che consentirà trasparenza del mercato del lavoro e maggiori garanzie e diritti per i lavoratori agricoli.


Il superamento delle fasce nel sistema di erogazione dei trattamenti di disoccupazione, l’unificazione della misura dell’indennità al 40% per il numero di giornate di effettivo lavoro, il riconoscimento dell’anno pieno ai fini pensionistici per tutti i lavoratori con occupazione annua superiore a 50 giornate, la possibilità di aggiungere al lavoro svolto in agricoltura anche quello extra-agricolo unitamente all’incentivo riconosciuto alle aziende che denunciano occupazione aggiuntiva rispetto all’anno precedente, costituiscono misure efficaci per l’emersione e per il consolidamento dei diritti previdenziali dei lavoratori.
Ma l’accordo riveste anche una valenza più generale rispetto al Protocollo del 23 luglio; è la conferma, come denunciato nella lettera di Epifani a Prodi, che uno strappo di merito e di metodo si era prodotto nelle ultime convulse ore della trattativa di luglio; il tema degli ammortizzatori sociali, del lavoro nero e del welfare in agricoltura, da anni sul tavolo dei Governi che si sono succeduti in questi anni, aveva infatti trovato un punto di approdo importante al tavolo di settore; approdo improvvisamente ed unilateralmente cancellato nel testo presentato per la firma del 23 luglio.
L’accordo rappresenta infatti un risultato dell’iniziativa sindacale unitaria che ha così prodotto miglioramenti anche significativi all’intesa realizzando sia miglioramenti nelle norme sia ulteriori investimenti di risorse sul welfare.
Per questo condivido il giudizio di Fai-Flai-Uila nazionali che considerano l’Accordo raggiunto un “risultato alto dell’iniziativa più che decennale dei lavoratori agricoli e un degno completamento del Protocollo interconfederale del 23 luglio scorso, che garantisce, perciò, la piena adesione dei lavoratori nella consultazione in atto”.

Nell’accordo poi vi sono altri provvedimenti significativi per la qualificazione del lavoro in agricoltura, quali la prevenzione in materia di sicurezza con incentivi alle aziende che riducono i rischi; l’avvio della formazione continua anche per gli operai agricoli sinora esclusi ed il riconoscimento della cassa integrazione per situazioni di crisi settoriali e territoriali.
In Emilia Romagna i lavoratori interessati a tali misure sono circa 80 mila e nei prossimi giorni troveranno nelle assemblee e nel referendum che Cgil, Cisl e Uil hanno indetto per l’8, 9 e 10 ottobre la sede per esprimere il loro apprezzamento.

(Giordano Giovannini, Segretario Generale FLAI Emilia Romagna)