I Quartieri rivestono nella cultura della città di Bologna un significato particolare e stimolano un interesse che non si è mai assopito dal dopoguerra ad oggi.


Dossetti, nel corso di una combattuta campagna elettorale, con il suo libro bianco, lanciò l’idea di un’Amministrazione comunale vicina ai cittadini,
di una reale partecipazione degli stessi alle scelte di governo, di Quartieri luogo di incontro e di confronto. Dossetti non vinse le elezioni,
ma le sue idee furono comunque realizzate con una politica del decentramento che trovò il suo apice a metà degli anni ’80 quando fu delegata ai Quartieri la gestione di importanti servizi e risorse economiche e di personale. I bolognesi iniziarono a frequentare il Quartiere non solo per le consulte e le assemblee, ma anche per l’iscrizione dei bambini ai nidi, l’assistenza agli anziani, la autorizzazione ad occupare il suolo pubblico. Il processo di decentramento nei due decenni seguenti non si interruppe, ma rallentò, complice anche il
calo dell’interesse per la partecipazione in quegli anni. I Quartieri svilupparono comunque l’assistenza domiciliare, i centri diurni, le nuove
tipologie educative.

Da diversi anni si sentiva però l’esigenza di ricostruire un quadro organico dei rapporti tra cittadini ed Amministrazione comunale, in
particolare per quanto riguarda i servizi alla persona. Dopo una istruttoria tecnica e politica particolarmente complessa, il 22 ottobre il
Consiglio Comunale ha assunto una importantissima deliberazione, con la quale si completa il decentramento ai Quartieri di tutti i servizi sociali, educativi e scolastici. Rimarrà centralizzata solo la funzione di innovare
e sperimentare nuovi modelli di servizio. Dopo 22 anni si conclude quindi un processo che intende riconoscere ai Quartieri il ruolo di interpretare
gli interessi dei cittadini a livello locale, monitorarne i bisogni, dare risposte reali ai problemi. Non si tratta pertanto di un mero spostamento di funzioni amministrative e gestionali, ma di una scelta politica che
rinforza la partecipazione e la rappresentanza.

Cosa succederà ora?
Il primo passo è costruire il Bilancio comunale 2008,
assegnando ai Quartieri le risorse necessarie per fare fronte ai nuovi impegni e confrontando con i Consigli di Quartiere le priorità e gli
obiettivi. Progressivamente, entro giugno 2008, i servizi alla persona ancora gestiti centralmente, saranno trasferiti ai Quartieri, per costituire punti di accesso unitario ai servizi. Ad esempio, per quanto riguarda l’assistenza, un cittadino potrà rivolgersi allo sportello sociale di Quartiere per qualsiasi problematica, ricevendo informazioni e
orientamento ai servizi. Nei casi in cui vi sia la necessità di un intervento professionale, lo sportello sociale metterà in contatto il
cittadino con il servizio sociale, dove gli assistenti sociale potranno valutare i bisogni e concordare con gli interessati programmi
individualizzati di assistenza. Questa riforma intende anche migliorare i servizi centrali che, non dovendosi più occupare di gestione, potranno
concentrare la loro attività di supporto tecnico e specialistico agli Organi di governo, sia centrali che decentrati. In tal modo la
programmazione dei servizi sarà più accurata, rispondendo alle dinamiche sociali e culturali che investono la nostra città. Nei primi mesi
dell’anno, in particolare, sarà varato un Programma di promozione delle famiglie e – in sede consiliare – è prevista una istruttoria pubblica sugli interventi a favore delle persone disabili.

La riforma in atto porterà quindi, in questa seconda parte del mandato amministrativo, una accelerazione delle innovazioni in materia di politica
sociale, pari opportunità, promozione delle realtà sociali. L’orientamento della Giunta, pur in un contesto aggiornato e moderno, resta ancorato alla
tradizione politica di Bologna, fatta di partecipazione, vicinanza ai cittadini, valorizzazione delle risorse sociali, lavoro di rete.