“Come al solito Eboli parla in modo grossolano di temi che non conosce. Il referendum sul porta a porta è stato revocato, sulla scorta di un ordine del giorno approvato da oltre il 70% del Consiglio, perché, come riconosciuto dalla Commissione di garanzia, il nuovo progetto è diverso da quello sperimentale su cui verteva il referendum.
Quale sana e saggia amministrazione, non importa di quale colore, spenderebbe soldi per chiedere un parere ai cittadini (trattasi infatti di referendum consultivo) su un progetto che non c’è più?”


“Stessa ignoranza, Alleanza Nazionale continua a dimostrarla sul tema dei sinti. Speculando su paure e bassi istinti della gente, ha raccolto firme contro un progetto sociale che non conosce. Non si spiegherebbe infatti come in consiglio possano sostenere che il progetto riguarderebbe 1700 nomadi quando a Reggio Emilia ne sono presenti poco più di seicento e il progetto andrebbe a sanare l’insostenibile situazione di via Gramsci e riguarderebbe in via sperimentale solo uno/due nuclei famigliari.
E’ poi grottesco il riferimento ai bisognosi e alla Caritas. E’ meglio che il capogruppo di Alleanza Nazionale non si avventuri su un terreno che non gli è proprio. La Caritas, che riceve sostegno dal Comune, non fa differenze sui bisognosi; né di fede, né di etnia, né di nazionalità. La Caritas si dedica alle persone in stato di indigenza e alle fasce sociali più deboli, ivi compresi stranieri e nomadi. Esattamente come specificato dal Fondo UNRA delle Nazioni Unite a cui il progetto chiede il finanziamento. Ma come già detto, Eboli quel progetto, che si inserisce in un chiaro quadro di indirizzo politico nazionale e regionale, non l’ha letto!”

(Francesco Notari, Consigliere gruppo Ulivo
per il Partito democratico)