Terzo appuntamento il prossimo giovedì 8 novembre, h. 21.15 al Teatro Gonzaga-Ilva Ligabue di Bagnolo in Piano ove prosegue, con Riccardo l’infermo. Il mio regno per un pappagallo di e con Roberto Abbiati, La recita della follia, la sezione della Stagione 2007/08 di Bagnolo in scena che SS9teatro ha voluto dedicare al tema del disagio individuale e sociale, alla “normale ” difficoltà a vivere la quotidianità e alla percezione “patologica “della propria inadeguatezza, all’inquietudine che attraversa noi tutti, attori della società contemporanea, e che a volte non trova risposte, se non quella di rinchiudersi nella solitudine e nella difficoltà a vivere le relazioni familiari, amicali, affettive.

Un viaggio nella condizione umana che iniziato lo scorso 26 ottobre con Simone Cristicchi in Cim.Centro di Igiene Mentale, si concluderà il 21 novembre con Gli anni del silenzio. Voci dal S.Lazzaro, di ss9teatro.
Sognano i clown? Ed hanno mai incubi? E che incubi può avere un clown? Un delirio? Forse, ma siamo nel mondo dei clown, dove tutto è concesso.

Così, Roberto Abbiati, clown milanese, reinterpreta le gesta del più sanguinario degli eroi shakespeariani, Riccardo di Gloucester, saltando da Londra alla Brianza, dall’inglese al dialetto delle campagne lombarde, mischiando brandelli shakesperiani alla storia quotidiana e ospedaliera di un attore/clown, con le sue paure e i suoi incontri, quelli veri, con le persone, con la malattia, con chi ieri c’era e stamani al risveglio non c’è più. Un lungo sogno, un po’ buffo ed un po’ malinconico: “E’ impossibile costruire un discorso sensato intorno a questo Riccardo III, forse non si riesce neanche a capire la trama, forse non si comprendono neanche le parole, e anche il corpo spesso si rifiuta di raccontare e si accartoccia; da queste storture salta fuori il personaggio più vero, quello con l’esigenza di raccontare, di vivere, di non morire. E’ disastroso e sozzo di sangue, eppure gioca come un bambino. O forse i bambini giocano come lui”. Del suo spettacolo, presentato la scorsa estate al Festival di Armunia-Castglioncello, Valeria Ottolenghi ha scritto: ” …ironico e malinconico, lui bravissimo in scena, nella mimica, fingendo di improvvisare, spiegando Shakespeare, mescolando verità e finzione,affrontando con leggerezza e profondità l’essenza stessa dello stare in scena. Ottimo!! ”