La vasta operazione – coordinata dalla Squadra Mobile di Verona – contro la clonazione di carte di credito, ha visto impegnate anche le Squadre Mobile di città del Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Liguria e Lazio.

Diciannove le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del Tribunale di Verona nei confronti di altrettanti soggetti dediti alla clonazione di carte di credito con conseguenti truffe ai danni di numerosi clienti di esecizi commerciali di tutta Italia.

L’indagine, seppur laboriosa e difficile, ha permesso di bloccare la clonazione in 67 terminali Pos marca Amico 2000, Darwin e Moneta, già installati in vari supermercati e centri commerciali di tutta la penisola (in regione nelle province di Bologna, Ravenna e Rimini), nei quali, per poter agire, i malviventi avevano simulato dei furti. Sono stati cosi’ individuati in tutta Italia circa 5.000 ignari clienti di esercizi commerciali che avevano subito la clonazione delle carte di credito, evitando loro di subire la truffa.
E’ stato accertato che almeno duemilioni e mezzo di euro in contanti, prelevati con le carte di credito clonate, sono stati inviati dagli indagati in Romania.

Tra le persone coinvolte anche esperti informatici, collaboratori per i sistemi di sicurezza di vari istituti bancari: da una parte operavano per evitare che fossero messe a segno le truffe, dall’altra lavoravano assemblando i microchip – i cui componenti venivano acquistati via Internet a San Diego (California), Miami(Florida), Bucarest (Romania) – e poi dati all’ organizzazione.
I provvedimenti restrittivi sono stati emessi da
l gip Rita Caccamo su richiesta del pm Aldo Celentano. Alle indagini hanno partecipato anche funzionari della polizia romena.