Riequilibrare la tassazione locale, redistribuire le risorse sulla base di nuove priorità, definire un paniere sociale, adeguare i servizi per welfare e istruzione, ridurre i contributi a pioggia destinati a iniziative e associazioni varie. Sono le proposte che il segretario provinciale della Cisl Francesco Falcone lancia in vista del confronto sui bilanci comunali.

«Lo stop agli aumenti delle tasse nel 2008, promesso dal sindaco di Modena Giorgio Pighi, è contraddetto dall’annunciato adeguamento delle tariffe all’inflazione programmata. Non si possono ritoccare imposte e tariffe locali, già oggi elevate, sapendo che non vengono rinnovati i contratti nazionali di lavoro scaduti da tempo, compreso quello dei dipendenti della pubblica amministrazione, e che le pensioni non mantengono il potere d’acquisto. Ricordo che i lavoratori italiani hanno perso negli ultimi cinque anni quasi 2 mila euro in potere d’acquisto. Questo è avvenuto anche a causa dell’assenza di una politica dei redditi concertata localmente».

Come prima inversione di rotta il segretario Cisl propone di “smontare” l’addizionale Irpef, aumentata nel 2007 nonostante la forte contrarietà dei sindacati, e inserire una logica di progressività. In sostanza Falcone vorrebbe che questa imposta sul reddito pesasse di più, rispetto a come è concepita ora, su chi può permettersi di pagare senza dover alterare il proprio tenore di vita.

«Facciamo in modo che la progressività dell’addizionale Irpef diventi, oltre che una misura di equità, anche uno strumento per sostenere i consumi delle famiglie meno abbienti. Un’altra proposta in questo senso – prosegue il segretario provinciale della Cisl – è la definizione di un paniere sociale che contenga i beni e servizi di prima necessità sui prezzi dei quali enti locali, associazioni economiche e dei consumatori possano vigilare e intervenire in caso di rincari anomali o ingiustificati».

Oltre ai bilanci preventivi 2008 Falcone guarda più avanti.

Secondo lui la crescita della città futura deve essere gestita perché potrebbe presto arrivare spontaneamente ad avere 200-220 mila abitanti, ma con il rischio di troppi cittadini lasciati ai margini. A questo proposito il segretario della Cisl ricorda che attualmente sono oltre 300 le domande di ricongiungimenti familiari presentate ogni mese dagli immigrati che vivono nella nostra provincia.
«Questo vuol dire che, sia pure gradualmente, la popolazione modenese aumenta di circa mille unità al mese. È un incremento demografico che va governato adeguando soprattutto i servizi rivolti a bambini e anziani, l’offerta di case, la progettualità produttiva. Una ragione di più – conclude Falcone – per concertare insieme le scelte e strategie per la Modena che verrà, utilizzando tutte le risorse del territorio, compresa la sussidiarietà».