Trasmettiamo il testo di una lettera aperta dei parlamentari modenesi del PD al presidente della Lapam Giampaolo Palazzi.


Abbiamo appreso delle 5mila firme raccolte tra gli imprenditori modenesi aderenti alla Lapam, preoccupati per il possibile impatto negativo della Finanziaria 2008 sulle imprese. Rispondiamo volentieri alla loro sollecitazione anche perché la legge recentemente varata alla Camera e in via di approvazione definitiva al Senato pone
grande attenzione al mondo delle piccole e medie imprese, che in Italia svolgono da sempre un ruolo di primaria importanza. Siamo quindi interessati a un confronto di merito sia per illustrare i vantaggi della manovra 2008 sia per valutare gli aspetti che possono essere migliorati nella sua applicazione.

Diciamo subito che per le imprese ci sono novità importanti, in particolare dopo il passaggio della Finanziaria nei due rami del Parlamento: cambiano le modalità di prelievo sul reddito d’impresa secondo criteri di semplificazione e
razionalizzazione che avvicinano il sistema tributario italiano ai sistemi fiscali più evoluti. La riduzione delle aliquote Ires e Irap – rispettivamente dal 33 al 27,5 per cento e dal 4,25 al 3,9 per cento – specie con l’introduzione di modalità di passaggio più graduale dal precedente al nuovo regime, configura un assetto del
fisco moderno e più rispondente alle esigenze delle imprese. La stessa cosa vale per
le disposizioni che introducono un regime fiscale sostitutivo, opzionale, per i contribuenti minimi e marginali (cioè coloro che nell’anno precedente abbiano conseguito ricavi o compensi inferiori ai 30mila euro), che prevede un’imposta
sostitutiva unica con aliquota pari al 20 per cento. Va sottolineato che i contribuenti minimi non sono sottoposti né all’Irap né agli studi di settore, sono
esonerati dagli obblighi di registrazione e tenuta delle scritture contabili e dalla presentazione degli elenchi clienti e fornitori.

Per le società di capitali vengono introdotti nuovi criteri nella deducibilità degli interessi passivi che, quando sono capitalizzati, diventano completamente deducibili: è il caso degli interessi che maturano nelle fasi di progetto e
costruzione con la tecnica del financing project. Per altro verso si risolve il problema delle imprese che lavorano con le pubbliche amministrazioni e che spesso vengono pagate in ritardo.

Per quanto riguarda poi gli studi di settore, che tanta preoccupazione hanno suscitato tra gli imprenditori, va ribadito che gli indicatori di normalità economica hanno al momento un valore meramente presuntivo, fin tanto che nuovi
elementi non siano concordati con le rappresentanze delle associazioni d’impresa.
Non può quindi essere invocato alcun automatismo applicativo, né tanto meno la
retroattività, salvo che eventuali accertamenti non facciano emergere significativi
scostamenti. Tuttavia sulla materia potrà essere fatta ulteriore chiarezza con l’adozione del ddl che ha avviato il suo iter in commissione alla Camera. Va comunque sottolineato – ed è un’altra novità importante di questa Finanziaria – che
i contoterzisti del settore manufatturiero saranno sostanzialmente esclusi dagli studi di settore.

Novità significative anche per i lavoratori dipendenti: tutte le maggiori entratetributarie eccedenti rispetto a quelle finalizzate agli obiettivi del DPEF saranno destinate alla riduzione della pressione fiscale mentre, per ridurre il prelievo fiscale sul Tfr, verranno stanziati 135 milioni di euro per il 2008 e 180 milioni di
euro annui a decorrere dal 2009.

Tutto questo – è giusto sottolinearlo – non sarebbe stato possibile senza una lotta decisa all’evasione fiscale che, assieme all’azione di risanamento, costituisce un elemento cardine della politica del governo e, quindi, della Finanziaria 2008. La
lotta all’evasione è stata una delle condizioni essenziali per recuperare le risorse necessarie a ridurre la pressione del fisco sia alle famiglie che alle imprese e comincia ora a dare i suoi frutti, come risulta dai rapporti della Guardia di
Finanza: 23 miliardi di euro di maggiore gettito in un anno grazie al 78 per cento in più di imposte dirette, al 75 per cento in più di Iva e al 44 per cento in più di Irap.

Anche per effetto di questi risultati, e dell’indirizzo legislativo che li sostiene, la legge Finanziaria ha potuto avviare misure redistributive di grande rilievo: detrazioni sull’Ici per la prima casa, un bonus di 1200 euro per le famiglie numerose, aumento della deducibilità degli oneri sui mutui della prima casa. Misure
che si aggiungono a quelle già adottate per l’aumento delle pensioni basse e a favore degli incapienti.

Dunque una finanziaria più leggera – 16 miliardi contro i 36 dello scorso anno – che va oltre l’emergenza risanamento e punta a tenere insieme sviluppo ed equità. E’ stata questa, da sempre, la scommessa del governo. Perché siamo convinti che non si dia sviluppo senza equità e viceversa. Date queste premesse siamo ancora più
convinti che su questi temi possa avviarsi un confronto costruttivo con le categorie
economiche, in particolare con il mondo della piccola e media impresa che contribuisce in maniera significativa allo sviluppo della nostra regione e del nostro Paese. Cordiali saluti

Sen. Giuliano Barbolini – On. Manuela Ghizzoni
On. Ivano Miglioli