Nonostante rincari e difficoltà di mercato, il fiore resta anche quest’anno il simbolo-principe di San Valentino, festa degli innamorati. Saranno, infatti, circa 6,5 milioni gli italiani che faranno un omaggio floreale, che è in testa a tutte le preferenze. Battuti ancora una volta i capi d’abbigliamento, i dolci e soprattutto i cioccolatini.

E’ quanto sottolinea la Cia – Confederazione italiana agricoltori – la quale calcola che i fiori donati saranno circa 22 milioni, tra rose (le più gettonate con piu’ di 14 milioni di esemplari, più del 60 per cento del totale delle vendite floreali), orchidee, lilium, calle, per una spesa al consumo che si avvicina ai 100 milioni di euro.

Nel giorno degli innamorati gli italiani acquistano, mediamente, il 10 per cento in più di fiori rispetto agli altri periodi. Sul fronte dei prezzi si registrano aumenti rispetto al 14 febbraio del 2006 che inevitabilmente freneranno i consumi che dovrebbero, quindi, mantenersi stazionari, pur in presenza di una crescita della spesa che, nei confronti dell’anno scorso, dovrebbe variare tra l’8 e il 10 per cento.

Incrementi di prezzo al consumo generati dagli effetti del ”caro-gasolio”, da una filiera lunga e dalla facile deperibilita’ del prodotto (i fiori, in media, si mantengono freschi due-tre giorni).
Tutto questo, però, a giudizio della Cia, non giustifica rincari al dettaglio di 5 e 6 volte nei confronti del prezzo all’origine o di quello praticato ai mercati all’ingrosso. Una rosa può costare dai 5 agli 8 euro, una calla dai 3 ai 3,50 euro, un lilium da 7 a 8 euro, una confezione di orchidee dai 28 ai 30 euro.
Per le rose rosse da 80/90 cm (prodotto di punta della festa degli innamorati), si prevedono incrementi maggiori (circa il 10%) a causa del diminuire della produzione interna.