Esprime «pieno sostegno alle iniziative del Dalai Lama per far cessare la feroce repressione sul Tibet del governo comunista cinese» e chiede al Governo e al Parlamento italiano di attivarsi con l’Unione europea e l’Onu «per un’iniziativa nei confronti della Cina affinché vengano tutelati i diritti umani in Tibet» l’ordine del giorno approvato nei giorni scorsi dal Consiglio provinciale di Modena.

Il documento che, come dichiarato nella presentazione il capogruppo del Pd Demos Malavasi, voleva mettere in evidenza «il valore positivo della visita del Dalai Lama in Italia», ha avuto il voto favorevole dello stesso Pd e quello contrario di Prc. I gruppi di minoranza si sono astenuti. È stato invece respinto l’ordine del giorno presentato da Alleanza nazionale che esprimeva «piena solidarietà al Dalai Lama e al Vaticano e netta condanna delle indebite intrusioni del governo comunista cinese» del quale il capogruppo Cesare Falzoni ha sottolineato la «crudeltà nei programmi di controllo delle nascite sulle giovani donne tibetane, nell’arresto di centinaia di dissidenti e nella distruzione di templi». L’ordine del giorno di An ha avuto il voto favorevole dei gruppi di minoranza e quello contrario di Prc. Astenuto il Partito democratico.

Secondo Luca Caselli (An) «il nostro testo è più forte ma non scandaloso per il Pd, a meno che non ci sia la volontà di non far passare documenti su cui non ha posto l’imprimatur».

Dello stesso parere anche Cesare Falzoni (An) e Claudia Severi che ha proposto di «farlo diventare un ordine del giorno di tutto il Consiglio».
Secondo Demos Malavasi (Pd) invece «bisognerebbe riflettere sul fatto che nessun politico ha ricevuto il Dalai Lama tranne Bertinotti e Veltroni».
Aldo Imperiale (Prc) ha definito «un esibizione di anticomunismo» il documento di Alleanza nazionale e si è dichiarato disponibile a votare quello del Pd a condizione «che venga cancellata le definizione di “comunista” del governo cinese, in quanto tale governo nulla ha a che vedere con il Comunismo».
Tomaso Tagliani (Udc) ha infine ribattuto che «come dice la realtà, il governo cinese è comunista e tiene schiavi i suoi cittadini».