Si è tenuto nei giorni scorsi, nella sede dell’assessorato alla Mobilità, il primo incontro tra Comune e aziende del territorio dedicato all’introduzione anche a Reggio Emilia di un sistema organizzato di ‘car pooling’, trasporto privato di più passeggeri con una sola autovettura – previsto nel Piano della mobilità comunale – ancora poco diffuso in Italia, ma che in altri paesi ha dato positivi risultati.

All’incontro con l’assessore Paolo Gandolfi hanno partecipato rappresentanti di Provincia, Agenzia mobilità, Arcispedale Santa Maria Nuova, Enìa e Lombardini Motori.
“Il problema del traffico non è solo dovuto alle tante automobili in circolazione, ma anche al fatto che vengono quasi sempre usate da una persona sola”, afferma l’assessore Gandolfi, che propone due strategie. Prima di tutto, fornire gli strumenti affinché gli automobilisti che fanno lo stesso percorso si organizzino per usare insieme l’auto; successivamente, predisporre incentivi e facilitazioni per questa buona pratica.

Lo strumento che il Comune propone alle aziende e ai lavoratori è un apposito software, grazie al quale i dipendenti potranno mettersi in contatto tra loro per formare equipaggi di ‘car pooling’.

Cos’è il ‘Car pooling’
Sono sempre più numerosi gli automobilisti che, senza saperlo, percorrono lo stesso tragitto di altri per accompagnare i figli a scuola o recarsi al lavoro. Questa realtà appesantisce il traffico urbano, contribuendo ad aggravarne gli effetti negativi che, nel loro insieme, costituiscono forse la più rilevante emergenza delle aree urbane nazionali ed europee.
Il ‘car pooling’ prevede, invece, che gli spostamenti su mezzo privato possano essere effettuati da equipaggi che condividono uno stesso veicolo, contribuendo così a una riduzione del traffico stradale.

La proposta non è teorica. L’uso collettivo dell’automobile, infatti, ha avuto un’ampia e positiva sperimentazione in alcune nazioni europee e negli Stati Uniti, dove ha ispirato la fortunata serie tv dal titolo ‘Carpoolers’. Oggi è una realtà già praticata in modo spontaneo dai dipendenti di numerose aziende, ma in forma disarticolata e con risultati modesti ai fini della riduzione delle percorrenze complessive.

Per incentivare tale modalità, il car pooling può essere organizzato attraverso una centrale operativa dotata di software specifico che gestisce la banca dati e organizza gli equipaggi attraverso mappe, elenchi di utenti e bacheche virtuali (i cosiddetti newsgroup).
I vantaggi
Per la città: riduce l’inquinamento atmosferico; riduce la congestione stradale; migliora la sicurezza nelle strade; riduce i tempi di trasporto privato e migliora l’efficienza del trasporto pubblico e riduce il problema del parcheggio.
Per un’azienda o un ente: offre un servizio utile ai dipendenti, che garantisce la regolarità nell’arrivo sul luogo di lavoro; riduce i piazzali di sosta dedicati ai parcheggi per i dipendenti, con possibilità di riutilizzo per altre funzioni aziendali; rafforza l’immagine dell’azienda.
Per l’utente (car pooler): diminuisce i costi di trasporto e il rischio di incidenti; diminuisce lo ‘stress da traffico’; facilita la socializzazione tra colleghi o nuovi compagni di viaggio.
Il quadro normativo in Italia
Indicato dal decreto ministeriale 27/3/98 sulla mobilità sostenibile, che individua come attività da promuovere l’uso collettivo ottimale delle autovetture, il car pooling può essere inserito nei Piani Urbani per la Mobilità (Pum), istituiti per legge dal 2000 per progettare i sistemi per la mobilità urbana e ridurre l’uso individuale dell’auto.