Condannato a sei anni con il rito abbreviato R. M’B., il marocchino di 28 anni, già noto alle forze dell’ordine, che nel luglio scorso violentò una ragazza ventottenne veneta, in via Valdonica, nell’ex ghetto ebraico di Bologna.

Quella notte la donna era in compagnia del fidanzato: entrambi sensibilmente ubriachi – dopo una festa di laurea che una loro amica aveva dato al circolo Arci Sesto Senso – si erano addormentati in via Zamboni sotto il portico di San Giacomo Maggiore e quando lei si era svegliata si era trovata contro il cofano di un’auto in sosta con quello sconosciuto che stava abusando di lei.
L’uomo ha sempre negato sia di essere stato in zona universitaria quella notte sia di averla stuprata finchè non è stato inchiodato dalle telecamere di videosorveglianza del Comune puntate su via Zamboni.

In quelle immagini si vede l’uomo che verso le 2 abbraccia la ragazza dopo averci parlato e la trascina via prendendola per un braccio. Di fronte a quei fotogrammi, contrariamente a quanto sostenuto fino a quel momento davanti al pm, il marocchino aveva ammesso di essere stato in via Zamboni quella notte, di aver incontrato la ragazza e di aver avuto un rapporto sessuale consenziente con lei. Aveva negato di averle usato violenza anche se non aveva saputo spiegare le ecchimosi presenti sul volto e sul corpo della giovane stuprata.