Romano Prodi, da Bologna, ha ribadito di aver rimesso in ordine i conti pubblici e di lasciare questa eredità al prossimo governo.”I tempi sono duri perché abbiamo dei punti interrogativi sulla congiuntura internazionale”, ha aggiunto Prodi specificando che “non sappiamo ancora se sia crisi o recessione dura e speriamo di poter resistere a queste sfide che abbiamo”.

Quanto alle tasse, secondo il Professore, il pagarle è un fondamento che ha radici “non solo civili, ma anche religiose”. La sua riflessione arriva dopo la conferenza tenuta da monsignor Gianfranco Ravasi nell’aula magna di Santa Lucia a Bologna, ascoltata anche dal Professore.

Agganciandosi, dunque, alle parole di Ravasi che ha ricordato l’episodio della vita di Gesù legato al dovere di pagare il tributo a Cesare, il premier uscente ha sottolineato: “Oggi lo abbiamo sentito con chiarezza da monsignor Ravasi senza equivoci e con tutte le letture. Lo abbiamo sentito come un fondamento del vivere civile, con questo grande aspetto delle nostre radici civili e religiose che si fondano proprio sul ‘Date a Cesare quello che è di Cesare, date a Dio quel che è di Dio'”.

Per Prodi, insomma, “non solo radici civili, ma anche radici religiose hanno questo fondamento”.