Penultimo appuntamento della rassegna “Happy Hour Letterario” ad ingresso gratuito questo pomeriggio (sabato 19 aprile) alle ore 18.30 al Baluardo della Cittadella con il brillante avvocato, scrittore e giornalista partenopeo Diego De Silva. L’occasione è la presentazione ai lettori modenesi del suo quinto romanzo “Non avevo capito niente” pubblicato nell’ottobre 2007, collana “I coralli” per Einaudi edizioni.

Il protagonista, Vincenzo Malinconico, è un avvocato semi-disoccupato, un marito semi-divorziato e soprattutto un grandioso, irresistibile filosofo naturale, un po’ Mr Bean, un po’ Holden. Capace di dire cose grosse con l’aria di sparare fesserie, di parlarci di camorra come d’amore con la stessa piroettante, alogica, stralunatissima forza, Malinconico ci conquista nel più complesso dei modi: facendoci ridere.
Vincenzo Malinconico è un avvocato napoletano che finge di lavorare per riempire le sue giornate. Divide con gli altri finti-occupati come lui uno studio arredato con mobili Ikea, chiamati affettuosamente per nome come se fossero persone di famiglia. La sua famiglia vera, del resto, è allo sfascio: la moglie l’ha lasciato, i due figli adolescenti, amatissimi, hanno i loro sogni e i loro guai. A Vincenzo Malinconico capitano improvvisamente due miracoli. Il primo è una nomina d’ufficio, grazie alla quale diventa difensore di un becchino di camorra, Mimmo ‘o Burzone, e si trova coinvolto in un’avventura processuale rocambolesca. Il secondo miracolo si chiama Alessandra Persiano: la donna più bella del tribunale, che si innamora di lui e prende a riempirgli la vita e il frigorifero. Ma il vero miracolo, per noi lettori, è la voce variegata, digressiva ed eccentrica intorno a cui ruota l’intero romanzo. Il vero miracolo è il pensiero storto e irresistibile di Vincenzo, che riflette su tutto quello che attraversa la sua esistenza e la sua memoria, seducendoci, di deriva in deriva, fino in fondo.
Si parla di camorra e di altri aspetti serissimi della vita quotidiana con una leggerezza ed un humor irresistibili, anche se la vera forza del libro sta nella narrazione, con la scelta della prima persona per raccontare meglio gli stati d’animo e la filosofia del protagonista.
De Silva è uno scrittore “incoerente” dal linguaggio forte e carico di emozioni, che non scrive per conquistare il lettore ma per offrire una narrazione avvincente, una storia intrigante e situazioni comiche in un susseguirsi di eventi che mettono il buon umore.

Un romanzo spassoso e mai banale che testimoniamo la versatilità e la simpatia dell’autore ormai giunto alla quinta pubblicazione.

Diego De Silva, nato a Napoli nel 1964, nel 1999 pubblica il suo primo romanzo, “La donna di scorta”, poi riedito nel 2001 da Einaudi, finalista Premio Montblanc. Abbandona la professione di avvocato penale per dedicarsi completamente alla scrittura dopo il successo ottenuto con la pubblicazione di “Certi bambini” nel 2001 (Premio Selezione Campiello) dal quale nel 2004 verrà tratto l’omonimo film diretto da Andrea e Antonio Frazzi. Sempre presso Einaudi ha pubblicato i romanzi “Voglio guardare” (2002, premio Pisa), “Da un’altra carne” (2004, premio Melfi). I suoi racconti sono apparsi nelle antologie “Disertori e Crimini” (2000 e 2005). I suoi libri sono tradotti in Inghilterra, Germania, Francia, Spagna, Olanda, Portogallo e Grecia. Scrive anche per il cinema e collabora a Il Mattino e al mensile Giudizio Universale.

Il prossimo incontro sarà con Mario Calabresi il 10 maggio ore 18,30: “Spingendo la notte più in là. Storia della mia famiglia e di altre vittime del terrorismo” edizioni Mondadori.