“Stampa, televisione e radio riempiono quotidianamente spazi nei quali la violenza è protagonista. Violenze che non hanno spiegazione che a loro volta producono ulteriore paura e insicurezza. Una violenza che colpisce prevalentemente le donne; il caso di Verona è un esempio. Violenza come espressione di un malessere sociale che pervade le nostre comunità che ha radici nell’incapacità di accogliere le differenze ma anche nella difficoltà, sempre maggiore, delle relazione interpersonali. Relazioni sempre più difficili per la mancanza di tempo, per la difficoltà nel futuro, per le difficoltà economiche che molte famiglie vivono e che molte donne,in particolare, vivono; una difficoltà che le costringe a subire e sopportare situazioni che a volte si trasformano in vere e proprie prigioni ‘domestiche'”.


“Un’insicurezza alla quale le giovani generazioni, ragazze e ragazzi, provano a trovare risposta nel gruppo che non sempre ha in sè le risposte e i modelli che consentono di superare la difficoltà e che, al contrario, possono sfociare in fenomeni di sopraffazione del più debole o di chi reagisce con un codice di comportamento diverso.
Il rispetto dell’altro/a sembra essersi disperso e come recuperarlo per trasferirlo, come costruire o ricostruire i rapporti di fiducia tra cittadini e cittadine e Istituzioni è un tema sul quale riflettere ed agire insieme ai genitori, ai docenti.
E’ consapevolezza diffusa che il maggiore pericolo per le donne viene dalle relazioni che si sviluppano all’interno delle reti familiari o di vicinanza ma non si può minimizzare la necessità di sicurezza che viene dagli episodi che la stampa ha riportato nei giorni scorsi che si sono verificati sui nostri territori.
Vignola, Modena sono comunità che si muovono politicamente nella logica dell’accoglienza e dell’integrazione verso le persone che provengono da altre aree del Paese o da altri Paesi, e proprio per questo possono insistere con maggiore determinazione affinché vi sia un contrasto forte alla criminalità, da parte delle Istituzioni competenti, ma soprattutto si vada nella direzione della certezza della pena. La impunibilità alla quali si assiste non produce solo sfiducia nei confronti delle Istituzioni; produce anche l’abbandono della Città e dei suoi luoghi d’incontro ritenendoli non sicuri. A questo sforzo di produzione di fiducia, risorsa molto problematica nella società odierna, l’amministrazione sta contribuendo con azioni concrete, che vogliono puntare alla prevenzione, lavorando nelle scuole sul rispetto dell’altro e delle regole, ma anche attraverso una migliore illuminazione, la presenza da questo luglio del trasporto pubblico serale, la realizzazione di centinaia di iniziative culturali di animazione degli spazi pubblici da parte delle circoscrizioni, la riqualificazione urbana e commericalidi spazi degradati. Non manca però lo sforzo di sostegno vero alle donne che hanno subito violenza, un qualsiasi forma di violenza (fisica, sessuale, psicologica), asttraverso una rete di servizi sociali, sanitari, di assitenza legale.
E voglio ricordare che esiste ed è già operativa da anni, sostenuta anche col contributo del nostro Comune la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati. Nel corso del 2007 – terzo anno di iniziativa della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati – quindici sono state le richieste di intervento presentate, tutte accolte. I reati a cui le richieste facevano riferimento sono: cinque omicidi, due violenze sessuali e otto violente aggressioni. Sono state complessivamente aiutate 26 persone: due uomini, tredici donne e undici minori”.