E’ partito oggi da Bologna il factoring tour 2008 organizzato da Assifact, l’Associazione Italiana per il Factoring, che quest’anno è giunto alla terza edizione.
“Il factoring non solo conferma la sua posizione nel mercato italiano – sottolinea Alessandro Carretta, Segretario Generale di Assifact – ma aumenta la propria capacità attrattiva come servizio e tecnica finanziaria per la gestione del credito. In particolare, in questo momento caratterizzato da discontinuità dei fondi, il factoring continua ad essere strumento di riferimento per le imprese. L’Emilia Romagna, che ci ospita in questa prima tappa del Factoring Tour – prosegue Carretta – rappresenta un mercato di rilievo per il factoring con un volume dei crediti in essere al 31 dicembre 2007, considerando la distribuzione geografica del debitore ceduto, pari a oltre 2 miliardi di euro. Con questi volumi, L’Emilia Romagna rappresenta quasi l’8% del totale Italia dei crediti per factoring, registrando un incremento significativo rispetto al 2006. La provincia di Bologna registra le maggiori quote del mercato emiliano sia con riferimento al debitore ceduto (31,6%) che dal lato cedente (48,9%)”.


Il mercato italiano
Il factoring in Italia conferma la propria posizione. Negli ultimi anni ha rappresentato mediamente il 9% del Prodotto Interno Lordo. Nel resto d’Europa, invece, il rapporto tra turnover e Pil è pari all’11% nel Regno Unito e al 5% in Francia e Spagna, mentre negli Stati Uniti è pari all’1%.
Al 31 dicembre 2007 (stando ai dati raccolti nel campione di trentadue imprese associate) il turnover cumulativo ha raggiunto 114.685 milioni di euro (il 65% pro soluto e il 35% pro solvendo) con un incremento del 2,30% rispetto al 2006.
L’outstanding, ovvero, l’ammontare dei crediti acquistati che devono essere incassati, si è attestato a fine dicembre su un valore pari a 38.316 milioni di euro (48% pro solvendo; 52% pro soluto), per un incremento del 7,27% rispetto allo stesso periodo del 2006.
Emilia Romagna
In Emilia Romagna, considerando la localizzazione geografica del debitore ceduto, ammontano a oltre 2 miliardi di euro (il 7,55% sul totale).
Gli anticipi erogati complessivamente in Italia al 31 dicembre sono pari a 25.953 milioni di euro (+16,42% rispetto al 2006).
FOREFact: prospettive positive per il 2008
Secondo il rapporto FOREfact, basato sulle previsioni di maggio dei risultati per l’anno in corso degli associati, gli operatori del settore evidenziano aspettative positive. Per quanto riguarda quelle a fine 2008, il tasso di crescita dell’attività è stimato a +5,13 per il turnover e +6,78 per l’outstanding.
La geografia del factoring italiano
Il 31% della clientela risulta localizzato in Lombardia, seguono il Lazio con il 17,23%, la Campania con il 11,92%, l’Emilia Romagna con il 7,52%, il Piemonte con il 6,87%, la Toscana con il 5,83%e il Veneto con il 5,65%.
Distribuzione per settore
Quanto alla distribuzione per settore di attività, l’86,82% della clientela risultava rappresentato da imprese private. Il resto diviso tra settore pubblico (2,48%), settore finanziario (1,88%) famiglie e altro.
Tra i principali settori utenti del factoring: il commercio (17,17%); altri servizi destinabili alla vendita (22,41%); trasporti (11,94%); minerali e metalli (7.98%); edilizia e opere pubbliche (7,89%).

Factoring: uno strumento per chi?
Il factoring è uno strumento utile a tutte le imprese che vogliono affidare ad uno specialista la gestione professionale e il controllo del portafoglio crediti. La domanda potenziale è costituita dalle imprese che manifestano “un fabbisogno di factoring” legato alla connotazione gestionale (amministrazione, controllo, riscossione, assicurazione dei crediti) e finanziaria (valutazione della clientela, integrazione delle linee di credito tradizionali grazie allo smobilizzo anticipato dei crediti).
I vantaggi
“I principali vantaggi del factoring – spiega Alessandro Carretta – sono velocità e sicurezza nei tempi di erogazione dei fondi, contributo alla gestione dei crediti, garanzia del buon fine dei crediti dell’impresa. Dal punto di vista finanziario, ad opinione delle imprese che vi fanno ricorso, consente di soddisfare necessità di fondi di natura temporanea, ottimizzare la programmazione degli incassi ei facilitare la crescita del fatturato”.
Pubblica amministrazione: grazie al factoring si mantengono i rapporti con le imprese

Sulla base di un’indagine associativa realizzata a giugno del 2007 riguardante l’analisi delle caratteristiche dei crediti vantati verso la Pubblica Amministrazione, i crediti nei confronti dell’amministrazione pubblica rappresentano il 35% del totale dell’outstanding, ovvero, del totale dei crediti in essere del mercato del factoring, pari a 10 miliardi di euro: il 37% riguarda l’amministrazione centrale, il 58% quelle locali. Il settore pubblico è la parte più significativa del volume d’affari per diverse società di factoring, in particolare il settore della sanità (quasi la metà dell’attività del mercato è rappresentata da enti produttori di servizi sanitari).
E’ grazie al factoring che la pubblica amministrazione può concedersi ritardi molto lunghi nei pagamenti, ingestibili senza la sua mediazione. E’ il factoring a consentire alle imprese di mantenere i rapporti tra imprese e amministrazione pubblica nonostante il grave ritardo negli incassi.

Oltre il 65% dei crediti sono scaduti e, di questo, il 65% da più di 180 giorni, ovvero, la soglia stabilita dalla Banca d’Italia per classificare le insolvenze. Tra questi, i crediti maggiori sono verso l’amministrazione statale (il 64%) e verso gli enti produttori di servizi sanitari nelle amministrazioni locali (il 69%).
I tempi dell’amministrazione pubblica, quindi, sono lunghi e quasi sempre il pagamento avviene in grande ritardo. Tale situazione, tuttavia, non rappresenta uno stato di decadimento del merito creditizio della controparte: i crediti in sofferenza sono pari, infatti, allo 0,03% del totale. Lo scaduto, insomma, non è correlato al fenomeno delle insolvenze. Lo conferma il fatto che la percentuale maggiore di crediti in sofferenza (0,60%) si rileva nel settore delle imprese pubbliche in cui vi è la minore percentuale di crediti scaduti (39,56%), di cui l’1,92% tra 180 giorni e un anno e il 7,10% da oltre un anno.