L’intervento pronunciato stamane dal Rettore prof. Gian Carlo Pellacani in occasione del convegno AlmaLaurea “Nel cantiere delle riforme – Il profilo dei laureati 2007 in Italia”.

Autorità, cari colleghi e studenti, amici ospiti
a tutti porgo il saluto dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia esprimendo la sincera soddisfazione del corpo accademico dell’Ateneo per la decisione del Consorzio AlmaLaurea di tenere uno dei suoi due tradizionali appuntamenti annuali, quello per la presentazione del Profilo Laureati 2007 a Modena, che fu una delle Università che promossero e diedero vita al Consorzio, circa 14 anni fa (Cammelli – Ricci – il compianto prof. Segre – Mezzani).

Siamo anche lieti di offrirvi questa splendida struttura che ospita la Fondazione Marco Biagi, un caro collega che nel 2002 fu barbaramente assassinato dalle Brigate Rosse e che abbiamo sempre presente nel nostro cuore: un esempio di come si possono spezzare le vite, ma anche di come le idee sopravvivono al ricordo, non si fermano.
In questi anni il Consorzio è cresciuto, è diventato una realtà corposa, consistente che ha saputo raccogliere attorno ad essa più della metà delle Università italiane, le quali rappresentano – però – nel panorama della popolazione universitaria e dei suoi laureati un peso molto superiore.

L’amico Andrea Cammelli, che voglio pubblicamente ringraziare per la tenacia con cui è stato in grado di sviluppare il Consorzio, è stato l’anima di questa iniziativa, promossa in un momento di travaglio e cambiamento profondi dell’Università.
Dal ‘94 sono avvenuti importanti cambiamenti legislativi, che hanno aperto spiragli, speranze di modernizzazione delle Università: l’autonomia gestionale e didattica, purtroppo anche le continue microriforme degli ordinamenti degli studi che ci hanno travolto, ma che non ci hanno distrutti. Confidiamo che il nuovo ministro ci lasci lavorare in pace, non rimescolando quanto altri hanno fatto, permettendo di completare quel processo di normalizzazione dell’offerta formativa in cui ogni Ateneo è oggi impegnato.
Di per sè le riforme non sono ne buone ne cattive: dipende da come si applicano, dipende da come si comprendono e si traducono nella pratica. Qualche errore dobbiamo confessarlo.
In ogni caso abbiamo avuto accanto AlmaLaurea, che accompagnandoci attraverso questo processo, ha giocato un ruolo importante, fondamentale per capire la direzione di marcia da seguire, per far evolvere la situazione verso un’Università più attenta a chi la fruisce che non a chi la gestisce. Le sue indagini sui profili dei laureati, sulle loro prospettive occupazionali sono contributi preziosi di lavoro, sono pilastri che ci aiutano a comprendere l’efficacia di quanto andiamo promuovendo.

I dati di AlmaLaurea sono un parametro del quale non possiamo fare a meno nelle nostre valutazioni sull’efficienza e l’efficacia della nostra missione, sono uno sprone a migliorare e ad aggiornarci costantemente, sono un riferimento per darsi ulteriori obiettivi.
Abbiamo il dovere di saperci mettere in discussione guardando i risultati di questi rapporti senza pregiudizi, ma accogliendoli quali utili e indispensabili strumenti di lavoro per le nostre decisioni.
Questa mattina verranno presentati i dati sui laureati dell’anno scorso e lascio al prof. Cammelli di sorprenderci come al solito. Tuttavia, non si può non riconoscere che l’impianto delle riforme sta dando, in generale, alcuni apprezzabili risultati: l’età media dei laureati è diminuita, la base di accesso all’Università si è allargata, anche se negli ultimi due anni si nota un leggero regresso (fortunatamente non è il caso di Modena e Reggio Emilia), sono aumentati i laureati in corso e conseguentemente si è ridotta dal percentuale dei fuori corso che costituiva una presenza endemica del sistema universitario italiano ed un costo enorme per le famiglie.
Accanto a questi positivi riscontri non mancano certo segni di debolezza, come ancora l’elevato numero di abbandoni ed altro.
Non voglio rubare la scena a chi è stato inviato a parlare, ma immagino che la discussione sarà vivace ed interessante e che non mancheranno spunti di riflessione per tutti.
Il nostro Ateneo in questi anni ha saputo virtuosamente fare tesoro dei Rapporti di AlmaLaurea, che ci hanno spronato a ricercare ogniqualvolta soluzioni convenienti, anche grazie alla disponibilità del corpo docente, prese nell’interesse della popolazione studentesca: abbiamo incrementato i servizi, creato controlli e ausili per seguire in itinere il percorso di studi degli studenti ed ora guardiamo con pari impegno all’ultima scommessa: accompagnare i nostri laureati nel dopo-laurea. I risultati ottenuti sono più che soddisfacenti. Lavorare con Alma Laurea in uno sportello per il placement sarà sicuramente una opportunità in più per i nostri studenti e per le imprese.

Voglio, infine, esprimere un ringraziamento particolare alla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena che ha consentito l’ospitalità di questo appuntamento nella città sede principale del nostro Ateneo.
La vostra partecipazione sottolinea l’interesse e la riuscita del convegno, ma – non c’è dubbio – anche la voglia di approfondire, di assumere fino in fondo i compiti che ci derivano dalle nostre responsabilità.
Auspico che i risultati siano accolti con attenzione anche da quanti hanno la responsabilità di governo del sistema universitario, perché in questi anni dal decollo della riforma ci siamo sentiti spesso soli.
Certo questo – a volte – è stato stimolante, ci ha permesso di essere creativi e se qualcosa è migliorato – possiamo essere fieri – è stato per merito degli Atenei. Ci aspettiamo, però, ora che finalmente siano messe a disposizione le risorse necessarie a completare il disegno di riforma e a promuovere non solo a parole, ma con atti concreti e adeguati al ritardo che affligge il nostro Paese in questo settore, la ricerca.

Voglio concludere con questo auspicio ed auguro a tutti buon lavoro.