Il Consiglio comunale ha approvato ieri la trasformazione dell’Istituzione di pubblica assistenza e beneficenza (Ipab) Santi Pietro e Matteo in Azienda pubblica di servizi alla persona (Asp). La decisione segue le analoghe deliberazioni che hanno riguardato Reggio Emilia Terza Età (Rete), Ufficio di piano distrettuale (Udp), Opus Civium e Osea.


La Santi Pietro e Matteo diviene quindi Asp multiservizi intercomunale, in ambito educativo e socioassistenziale per minori.
Il Consiglio ha approvato la trasformazione con 21 voti favorevoli (Pd, Italia popolare, Prc, Pdci, Verdi, Democratici a sinistra, gruppo misto-Fantini) 5 contrari (An-Pdl, Fi-Pdl, Udc) e 3 astensioni (Laboratorio Baldi, Gente di Reggio, gruppo socialista).
Una trasformazione significativa, frutto di un lungo percorso istituzionale che ha la sua premessa nella legge regionale numero 2 del 2003, secondo la quale le Ipab si devono trasformare in enti di proprietà dei Comuni e gestiranno servizi ad esse conferiti dai Comuni soci. Gli obiettivi sono una maggiore efficienza nella risposta ai cittadini anche attraverso lo sviluppo di sinergie fra enti, l’ottimizzazione delle risorse e una più organica pianificazione dei servizi, di cui le Asp divengono cardini.
“Con questa trasformazione, la Santi Pietro e Matteo – ha detto l’assessore comunale ai Diritti di cittadinanza e Pari opportunità Gina Pedroni – da Istituto di pubblica assistenza e beneficenza collegato ai servizi sociali in forma volontaria e non obbligatoria, diventa Asp, cioè parte integrante ed essenziale delle politiche sociali distrettuali, delle strategie di governo, di indirizzo e della loro programmazione ed esecuzione.
Grazie a questa trasformazione, che segue quella di Rete, Opus Civium e Osea, i Comuni diventano proprietari e responsabili di un patrimonio importante e intraprendono un percorso finalizzato a migliorare e a rendere il sistema del welfare sempre più efficiente, più razionale, ma anche più vicino ai bisogni e alle nuove complessità che i rapidi cambiamenti sociali producono. I Comuni si fanno garanti di fronte alla comunità dei patrimoni e delle competenze delle diverse realtà assistenziali del territorio, patrimoni e competenze che ci vengono riconosciuti non solo a livello locale ma anche nazionale”.

Così funzioneranno Asp e Ufficio di piano distrettuale
Il nuovo Ufficio di piano distrettuale (Udp), strumento tecnico istituito dai Comuni convenzionati che svolgerà funzioni di sostegno alla programmazione, valutazione e monitoraggio e seguirà le attività attuative del Fondo per la non-autosufficenza. Il nuovo Ufficio di piano per quanto riguarda Reggio Emilia, agisce nell’ambito della zona sociale che comprende oltre al Comune capoluogo, i Comuni di Albinea, Bagnolo in Piano, Cadelbosco Sopra, Castelnovo Sotto, Quattro Castella e Vezzano.
Con questa operazione gli enti promotori realizzeranno una forte integrazione e razionalizzazione delle politiche socio-assistenziali e delle risorse ad esse dedicate, potenziando i servizi pubblici esistenti e migliorandone l’efficienza e la qualità, anche attraverso l’introduzione di un futuro obbligo di accreditamento, che costituirà una sorta di ‘biglietto da visita’ per certificare qualità ed efficienza dei servizi.
Nella cornice della programmazione di zona, Comuni, Ausl e, in alcuni casi, Provincia di Reggio saranno enti di indirizzo e governo di servizi sanitari, assistenziali e educativi, gestiti dalle Asp accreditate, ognuna delle quali sarà dedicata ad uno specifico settore.
Nell’ambito della trasformazione del welfare che scaturisce dal nuovo Piano sociale e sanitario regionale, in particolare attraverso la costituzione dell’Ufficio di piano, la trasformazione delle Ipab in Asp e l’accreditamento, Regione Emilia Romagna, Comuni, Province e Ausl potranno garantire la continuità dei servizi attualmente gestiti e promuoverne ulteriori; affermare la collaborazione tra gli enti (con i Comuni che diventano proprietari delle Asp); esercitare una funzione di governo e indirizzo sui processi locali di costituzione delle Aziende e sulle loro attività. La principale finalità di questa trasformazione – al di là degli aspetti istituzionali ed amministrativi – è quella di promuovere una maggiore vicinanza ai cittadini e ai bisogni delle fasce sociali più svantaggiate.
Per il loro funzionamento, le nuove Asp si avvarranno di alcuni organismi di governo: l’Assemblea dei soci (che definirà programmi e linee di indirizzo), il Consiglio di amministrazione (che presiederà la gestione dell’Ente e sarà composto da cinque membri, uno dei quali sarà presidente). Organismi tecnici saranno l’organo di revisione contabile e il direttore.
Per quanto riguarda Rete, che si occuperà di servizi per gli anziani, il Comune di Reggio Emilia avrà la quota di proprietà (definita in millesimi) di gran lunga maggioritaria. Il Consiglio di amministrazione sarà composto da cinque membri proposti dal Comune di Reggio ed eletti dall’assemblea dei soci.
Opus Civium, che si occuperà di servizi in diversi settori dell’ambito socioassitenziale ed educativo, avrà sede nel territorio di Castelnovo Sotto, il cui Comune avrà la maggioranza delle quote di proprietà. L’assemblea dei soci eleggerà un Consiglio di amministrazione di cinque membri, dei quali tre proposti da Comune di Castelnovo di Sotto, mentre uno a testa spetteranno ai Comuni di Cadelbosco di Sopra e Bagnolo in Piano.
Osea, che si occuperà di servizi educativi ed assistenziali per minori, avrà sede in via Martiri della Bettola a Reggio Emilia e sarà punto di riferimento dei servizi per minori nella Zona sociale di Reggio, composta dai Comuni di Albinea, Bagnolo in Piano, Cadelbosco di Sopra, Castelnovo di Sotto, Quattro Castella, Vezzano sul Crostolo e Reggio Emilia. Il Consiglio di amministrazione sarà composto da cinque membri, di cui tre proposti dal Comune di Reggio, uno dalla Provincia e uno dagli enti non pubblici (Vescovo e discendenti Conte Ancini) ed eletti dall’assemblea dei soci.