«Non seguiremo la Cgil sulla strada del radicalismo e delle manifestazioni unilaterali dalla valenza tutta politica. Non possiamo condannare il sindacato all’emarginazione». È netta la posizione del segretario provinciale della Cisl Francesco Falcone sulle decisioni assunte l’altro giorno dall’attivo del sindacato di Piazza Cittadella.

«Vogliono far saltare il tavolo sulla riforma della contrattazione e rompere non solo con la Confindustria, ma anche con tutte le altre organizzazioni datoriali. Non si rendono conto che così rischiano di minare profondamente i rapporti unitari con noi e la Uil»?, chiede Falcone, ricordando che la Cisl, prima di proclamare scioperi, vuole negoziare, mediare, trovare soluzioni.

«Lo sciopero per noi non è un fine, bensì un mezzo per sostenere le nostre ragioni. Nella scuola e nel pubblico impiego – dice il segretario della Cisl – lo abbiamo proclamato, insieme agli altri sindacati, perché il governo è sordo e non si confronta con nessuno».

Diverso il discorso sulla riforma della contrattazione. Falcone spiega che le associazioni datoriali e i sindacati stanno discutendo su come dare più soldi ai lavoratori attraverso la contrattazione di secondo livello che prevede la detassazione e decontribuzione del salario legato alla produttività.

«Sono in gioco circa tre miliardi di euro che possono finire nelle tasche dei lavoratori. Non capisco – continua il segretario della Cisl – perché ora si voglia rinnegare una piattaforma preparata unitariamente che valorizza le relazioni sindacali, consolida il secondo livello contrattuale (quelle aziendale o territoriale) e difende i salari dall’inflazione».

Falcone sostiene che la Cisl è consapevole delle gravi difficoltà competitive del Paese, acuite dalla crisi finanziaria, ma chiede che, oltre alle banche e alle imprese, si aiutino anche le famiglie, i lavoratori, i pensionati.

«Bisogna continuare la lotta all’evasione fiscale, al lavoro nero, all’economia sommersa. Se non avremo risposte di questo tipo, allora sì che potremo arrivare anche allo sciopero generale. Intanto, però, non possiamo correre il rischio di essere accomunati all’opposizione politica».

Il segretario Cisl ricorda che, come è accaduto tante altre volte in passato, il suo sindacato si farà carico di tracciare la via delle riforme ricercando con ostinazione l’unità d’azione con le altre organizzazioni.

«Una cosa è certa: – conclude Falcone – nell’interesse dei lavoratori e dei pensionati, la Cisl non si farà imporre veti da nessuno».