Non si capisce, se non in ottica di campagna elettorale ampiamente anticipata, lo scalpitare del Pdl e della Lega Nord in merito alla possibilità a Casalgrande di votare con il doppio turno, considerato che il numero degli abitanti è superiore a 15.000.

Dichiarazioni, illazioni, interessamento di sottosegretari e altro ancora in questi giorni da parte degli esponenti del centrodestra, a sollevare un problema che non appartiene certamente a Casalgrande e tantomeno al sindaco Andrea Rossi, al quale sono state attribuite affermazioni mai espresse.

E’ vero, la legge elettorale prevede il secondo turno per i Comuni che hanno superato i 15.000 abitanti (come Casalgrande, appunto…) ma è pur vero che occorre riferirsi ai dati dell’ultimo censimento ISTAT e quindi quello del 2001.

Non è certo competenza del Comune di Casalgrande modificare questa norma, come ben sanno quanti oggi paventano difficoltà e debolezze della maggioranza e paure dell’amministrazione uscente assolutamente fantasiose e prive di ogni fondamento.
Ma si sa, il Pdl e i partiti del centrodestra che esprimono il Governo sono specialisti nel cambiare le regole in corsa, e c’è da aspettarsi di tutto.
In ogni caso qualora il parlamento decidesse di cambiare la legge elettorale noi ci faremo trovare pronti. Il centrosinistra di Casalgrande è coeso e forte nel proporre la candidatura unitaria di Andrea Rossi a Sindaco.
Farebbero meglio Filippini, Pagliani, l’onorevole Alessandri e quanti hanno sollevato questo inutile problema a guardare a casa loro e alla loro alleanza dichiaratamente spaccata in tanti Comuni della Provincia, Reggio in testa (ma anche nella vicina Sassuolo) dove la Lega correrà da sola o dove, comunque, non sono ancora in grado di presentare un proprio candidato.

Continuino dunque, se lo ritengono utile, a discutere di Casalgrande e della bontà o meno della legge elettorale; a noi, sinceramente, in questo momento le priorità paiono altre.

Alda Iori, Pd di Casalgrande