L’annunciata chiusura della ceramica Iris è grave e preoccupano le pesanti ricadute sociali che si abbatterebbero sugli 800 lavoratori, sulle loro famiglie e sull’indotto. Non sappiamo ancora se la scelta di chiudere la Iris è strettamente legata alla crisi o è una scelta aziendale strategica. Se così fosse la scelta della proprietà è ancora più grave in un momento di crisi economica come questo.

Quello che pare in ogni caso evidente è che la ceramica Iris di fronte alla crisi semplicemente scappa abbandonando i lavoratori al loro destino. Fa quello che stanno facendo tante altre imprese italiane: preferiscono fuggire con la cassa, con i lauti guadagni accumulati in un decennio di contenimento dei salari, di finanziariazzazione dell’economia, di precarizzazione del mercato del lavoro. Per questo Rifondazione Comunista sarà al fianco dei lavoratori nella lotta per la difesa del posto di lavoro e sosterremo ogni forma di mobilitazione.
Quali soluzioni di fronte ad una situazione di tale emergenza che coinvolge imprese e lavoratori?
Noi ci sentiamo di proporre al mondo delle imprese e ai lavoratori il principio della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Nella condizione attuale lavorare meno per lavorare tutti ci pare una saggia proposta che merita di essere presa in considerazione.
Agli Enti Locali chiediamo di individuare al più presto modalità strutturali di sostegno al reddito delle famiglie colpite dalla crisi economica, visto che dal Governo non ci possiamo attendere che arrivino risposte. I Comuni del distretto Ceramico e la Provincia mettano a punto al più presto un piano provinciale straordinario di sostegno alle famiglie che preveda innanzitutto forme di sostegno diretto per le famiglie in cui vengono a mancare fonti di reddito, e poi sospensione delle rette dei servizi sociali (nidi, mense, servizi per gli anziani, ecc..) e dei servizi pubblici (acqua, luce, gas, rifiuti), modalità di sostegno alle famiglie alle prese con mutui e affitti e meccanismi di anticipazione della cassa integrazione. Il sostegno alle famiglie è in questa fase la priorità!
Non ci uniamo al coro bibartisan di chi ancora oggi, di fronte ad una crisi drammatica del settore, invoca la realizzazione dell’autostrada Campogalliano-Sassuolo quasi fosse la panacea che risolve ogni male. La crisi del settore ceramico non ha nulla a che vedere con la bretella. Molto più utile sarebbe invece risolvere i problemi di logistica che ingorgano il traffico dei tir della ceramica.

Per arginare la crisi è necessario ben altro, il sostegno ai consumi, l’aumento di salari e pensioni e una riconversione ambientale dell’economia, a partire dalla necessità di ripensare ecologicamente l’intero settore ceramico: innovazione, ricerca, risparmio energetico, aree produttive ecologicamente attrezzate debbono essere le linee guida affinchè all’uscita dalla crisi il settore sia nuovamente competitivo.
Infine, il PRC ha in programma a Sassuolo per il 29 gennaio un momento di confronto con i lavoratori sulle possibilità di uscita dalla crisi.

Stefano Lugli -Segretario Federazione PRC Modena
Giuseppe Cassetti – Segretario Circolo PRC distretto ceramico