Il primo ostacolo che il governo italiano deve affrontare “e’ la crisi che l’Italia sta attraversando al pari degli altri Paesi”. Lo afferma il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in un’intervista a ‘Le Figaro’, in cui aggiunge: “Noi ci siamo attivati tempestivamente. Sono stato il primo in Europa a dichiarare che non avremmo permesso il fallimento di alcuna banca, con conseguente perdita dei risparmi per i cittadini. Il nostro sistema bancario ha retto all’urto, grazie alla sua solidita’”.

“Ci siamo anche preoccupati immediatamente -prosegue- degli effetti della crisi sulle fasce piu’ deboli della popolazione, attuando misure concrete come i ‘bonus’ per le famiglie piu’ povere e numerose, la social card, il fondo per i neonati, le detrazioni di spesa per gli asili nido e i pubblici trasporti, i fondi per agevolare gli affitti, gli sconti fiscali sui mutui e un grande finanziamento per alimentare gli ammortizzatori sociali a favore non soltanto dei lavoratori a tempo indeterminato ma anche dei lavoratori precari”.
“Rivendico al mio governo -prosegue nell’intervista che sarà pubblicata domani in coincidenza con il vertice italo-francese- oltre alla soluzione della tragedia dei rifiuti a Napoli e nella Campania e al mantenimento dell’Alitalia come compagnia di bandiera, successi che ci hanno dato una grande popolarita’, l’essere riusciti a mettere in sicurezza i conti pubblici con una legge finanziaria che per la prima volta ha il respiro di un triennio, con un profilo di deficit condiviso a livello europeo e tale da consentirci di affrontare la crisi con gli strumenti di finanza pubblica piu’ adeguati”. Il premier parla anche della riforma della giustizia: “Il nostro obiettivo e’ quello di accelerare i processi e semplificare i riti. Spesso, per un eccesso di discrezionalita’ e legami troppo stretti tra giudici giudicanti e accusa, non sono garantiti i diritti della difesa. Non ho alcun problema personale con la magistratura non politicizzata, per la quale ho, anzi, il massimo rispetto”. Berlusconi afferma poi che presiedere il suo terzo G8 “e’ una grande responsabilita’, perche’ il mondo attraversa una fase difficile e piena di incognite”.

“Non mi riferisco solo alla crisi finanziaria globale, ma anche alle relazioni con la Federazione Russa, al conflitto israelo-palestinese, alla stabilizzazione di Afghanistan e Iraq, all’escalation nucleare dell’Iran, alla crisi del Darfour, e ancora alla fame, alla poverta’ e al cambiamento climatico, che mettono in pericolo il conseguimento degli Obiettivi del Millennio”, spiega. Berlusconi illustra cosi’ la sua visione del futuro G8: “L’Italia vuole che il G8 sia sempre piu’ rappresentativo ed efficace. Per essere rappresentativo in un mondo che cambia con la rapidita’ di oggi, deve essere inclusivo, deve aprirsi alle economie emergenti e dialogare con la parte di pianeta piu’ povera”.Parlando del suo impegno, il premier chiarisce: “Io ho interpretato e interpreto il mio impegno politico come un servizio al mio Paese. Ero il piu’ invidiato imprenditore italiano. Ho deciso di impegnare tutto me stesso per preservare il mio Paese da un’ipotesi comunista e da un futuro incerto e confuso. Ho messo a disposizione degli italiani le mie capacita’ e le mie esperienze. Sto presiedendo il mio terzo G8, come lei ha ricordato. Non credo che ne presiedero’ un quarto, ma l’Italia e’ una democrazia, non una monarchia, quindi le date dei passaggi di potere non le decido io. Sono gli italiani a deciderle, ogni cinque anni, con il voto”. Inoltre, “credo di aver dato contributi importanti in politica estera, per esempio con l’associazione della Federazione Russa alla Nato che si e’ celebrata a Pratica di Mare nel 2002, sancendo la fine della guerra fredda”. E, “in politica interna, credo di aver contribuito a far rialzare l’Italia all’indomani della stagione di Mani Pulite, quando i partiti che avevano governato per decenni erano stati spazzati via dalla rivoluzione giudiziaria di stampo comunista”. Sempre nel corso dell’intervista, Berlusconi parla di politica estera e Medio Oriente chiarendo che “Hamas non puo’ essere un interlocutore”. Poi, parlando dell’impegno italiano in Afghanistan, il premier osserva: ”Dire che bisogna dialogare coi ‘Talebani non terroristi’ suona come una contraddizione in termini”.

Fonte: Adnkronos