Il prossimo 6 aprile si terrà davanti al Giudice dell’udienza preliminare, nel Tribunale penale di Torino, la prima udienza preliminare del processo penale a carico di S.S.E. e D.C.D.M.J.L.M.G., ex vertici dell’industria Eternit Spa che aveva stabilimenti in diverse zone d’Italia, fra cui Rubiera.

A causa dell’omissione di sistemi di protezione contro l’amianto, è stata causata – fino ad oggi – la morte di 2056 persone, tutti lavoratori dell’Eternit, e un tumore mortale per altre 830. Ma i dati scientifici, dato il decorso della patologia, rivelano che queste cifre già di per sé da bollettino di guerra sono destinate ad aumentare.

La vicenda è stata al centro di una conferenza stampa che si è svolta questa mattina in Provincia. Quest’ultima infatti si è costituta parte civile insieme al Comune di Rubiera, accanto ai familiari delle vittime.

Solo a Rubiera si contano ad oggi circa 40 persone fra deceduti e ammalati, vittime dell’amianto dell’Eternit.

“Non deve succedere mai più che un’azienda speculi sulla vita dei lavoratori” ha detto stamani la presidente della Provincia Sonia Masini, spiegando che “questa vicenda ha danneggiato l’intera comunità, da qui la decisione della costituzione di parte civile”.

Scelta “più che legittima – come spiega l’avvocato Ernesto D’Andrea – dal momento che lo Statuto della Provincia di recente approvazione prevede fra gli obiettivi prevede la tutela della salute, dell’ambiente e dei diritti costituzionalmente garantiti”.

L’avvocato D’Andrea che rappresenta, complessivamente 43 familiari, di cui 10 reggiani, su tutto il territorio nazionale ha dunque spiegato il capo di imputazione in capo agli ex vertici dell’Eternit “si tratta di disastro doloso e omicidio volontario, con l’aggravante di avere agito nonostante la previsione dell’evento”.

L’avvocato ha poi spiegato le ragioni del rifiuto del risarcimento offerto dalle parti: “Al di là della cifra davvero esigua, stimabile in circa 35 mila euro a famiglia, quello che ci interessa maggiormente non è l’aspetto economico, ma la possibilità di incidere su quelle possiamo definire le politiche industriali. E’ assolutamente irrazionale che nel recarsi a lavoro per guadagnarsi da vivere, si trovi invece la morte”.

L’assessore al Lavoro Gianluca Ferrari ha sottolineato come “ancora una volta, in maniera concreta, la Provincia dimostri di battersi per la sicurezza sul lavoro, in questo caso schierandosi al fianco dei familiari di queste vittime, con il chiaro intento di sancire il diritto fondamentale di avere un lavoro sicuro”.

In Provincia questa mattina, a portare la propria testimonianza, erano presenti anche alcuni familiari di queste vittime dell’amianto, che lavoravano, in qualità di operai, presso l’Industria Eternit (ex Icar) di Rubiera: Tiziana Levoni, Marta Ruozzi, Alessandra Ruini e Giuseppe Morellini).

Gli operai, i cui familiari si costituiranno parte civile, sono tutti deceduti per mesotelioma (carcinoma). Era presente anche Marzia Bertani, coniuge di una vittima, che non era un operaio dell’Industria Eternit, ma che è deceduto per mesotelioma per avere quotidianamente soggiornato per motivi di lavoro in un’area vicina all’ex Icar di Rubiera.

Infine, un appello è stato rivolto dal sindaco di Rubiera Lorena Baccarani: “Invito coloro che per varie ragioni non vivono o non lavorano più a Rubiera, ma che sono stati coinvolti da questa vicenda a farsi avanti, a prendere contatti con il Comune di Rubiera. Sicuramente l’Associazione dei familiari delle vittime dell’amianto ha contribuito in maniera decisiva a diffondere la conoscenza su questa vicenda, ma abbiamo sempre e ancora bisogno dell’aiuto di tutti e soprattutto chiunque sia stato colpito da questi fatti deve sapere di non essere da solo”.