E’ iniziato oggi presso il Palazzo di Giustizia di
Torino il processo a carico dei responsabili
della società Eternit s.p.a., gestore degli
stabilimenti di lavorazione dell’amianto di
Cavagnolo (TO), Casale Monferrato (AL), Bagnoli
(NA) e Rubiera (RE), per i danni prodotti alla salute degli operai nelle lavorazioni da amianto, ritenuta responsabile della morte e della
malattia di migliaia di persone.

A costituirsi parte civile al processo ci sono migliaia di persone: famigliari delle vittime, persone che hanno contratto il mesotelioma pleurico (tumore dovuto all’inalazione delle polveri di amianto) e soggetti coinvolti a diverso titolo.

Anche Legambiente si costituirà parte civile al
processo contro S. E. S. e J. L. M. G. D. C. D. M., imputati di omissione dolosa di cautele contro
infortuni sul lavoro e disastro colposo.

“La tragedia dovuta alla lavorazione dell’amianto
non è un capitolo chiuso – dichiara Vittorio
Cogliati Dezza, Presidente Nazionale Legambiente
– e gli studi scientifici dimostrano che la curva
dell’epidemia da mesotelioma purtroppo continuerà a crescere. Si tratta di una ferita ancora aperta e i familiari delle vittime e dei malati meritano giustizia, per questo Legambiente intende sostenerli costituendosi parte civile nel processo”.

Secondo gli studi il numero di decessi in Europa
occidentale passerà dai 5mila, registrati nel
1999, ai 9mila nel 2018 e nel solo periodo che va
dal 1988 al 1997 sono stati registrati in tutta
Italia oltre 9mila morti per tumore maligno alla
pleura. Le regioni più colpite il Piemonte
con 1.310 decessi, in Liguria con 1.082 e la
Lombardia con 1.787 ma anche in Campania sono 529 i decessi registrati e in Emilia Romagna 610.
Quasi tutte patologie sono associate alla diretta
esposizione all’amianto e non solo per motivi di lavoro.